Regia di Andrew Dominik vedi scheda film
Il secondo film di Andrew Dominik è uno splendido anti-western incentrato sugli ultimi mesi di vita del leggendario bandito Jesse James (Brad Pitt), ucciso a tradimento da Bob Ford (Casey Affleck), chiamato da allora 'l'uomo che uccise Jesse James'. L'autore costruisce sequenze molto lunghe ed elaborate, immergendo gli attori in un paesaggio che, grazie allo straordinario lavoro dell'operatore Roger Deakins, ricorda le opere di Terrence Malick.
La pellicola si concentra più sul rapporto, ricco di ambiguità, tra i due fuorilegge invece che su rapine a banche e diligenze, tipiche del genere.
Molto accurata dal punto di vista filologico la celebre scena dell'assassinio, avvenuta il 3 aprile 1882, con Jesse colpito alla testa di spalle da Bob, in compagnia del fratello Charles (Sam Rockwell) mentre raddrizza un quadro nel salotto di casa.
Da questo momento, inizierà la parabola discendente dei due fratelli: dopo aver rappresentato a teatro la scena del crimine in giro per gli USA, Charles si suicidò; Bob aprì un saloon ma, nel 1892, venne ucciso da una fucilata di Edward O'Kelley (sembra incredibile ma anche questo individuo fu ucciso in una sparatoria da un poliziotto alcuni anni dopo).
Quest'ultima parte è narrata con un ritmo più spedito, in contrasto con quella precedente.
Per quanto riguarda gli interpreti, se Brad Pitt, con questo personaggio carismatico dai forti risvolti psicologici, dimostra una crescita recitativa di film in film, e Sam Rockwell e Jeremy Renner sono ormai una certezza, è Casey Affleck, con il suo ambiguo Bob Ford, pieno di sentimenti opposti verso il suo capobanda, a bucare lo schermo.
Voto: 9.
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