Regia di Andrew Dominik vedi scheda film
Non capita tutti i giorni di vedere in competizione ad un festival importante come quello di Venezia un film western. Men che meno che uno dei suoi protagonisti venga addirittura premiato. E' probabile che la rassegna collaterale sul "Western all'italiana" abbia dato una mano. Ma al fine di fare chiarezza, di evitare fraintendimenti e spiacevoli false aspettative, e' bene dire subito che "L'assassinio di Jesse James" non e' affatto un western...O almeno non lo e' in senso classico e tradizionale. Vi compaiono certo alcuni suoi elementi tipici: ma sono solo sullo sfondo del quadro. E tantomeno non e' l'ennesimo film che racconta la storia del famigerato Jesse James. Il disegno del regista Andrew Dominiq non e' infatti quello di ripetere quello che e' stato gia' detto in molti altri film (alcuni per altro notevoli, come "Jess il bandito"). Perche' non accenna che brevemente al come e al perche' egli sia diventato un bandito. Non ci descrive neanche i rapporti tra lui e il fratello maggiore (c'e' qui un po' di rammarico, la breve ed incisiva apparizione di Sam Shepard faceva molto ben sperare) e tantomeno ce lo mostra nell'ambito famigliare.
Ad Andrew Dominiq non interessa il Mito ma la Storia. Il film e' infatti una cronaca dettagliata, un viaggio minuzioso basato su ricerche e documenti, che con l'aiuto del classico espediente della voce narrante, ripercorre alcuni eventi dell’ultimo anno della vita del famoso fuorilegge, per parlarci soprattutto di una maniacale ossessione. Quella che nutriva sin da bambino nei confronti del mitico Jesse James (collezionando ogni tipo di documento, articolo di giornale e quant'altro) il "signor nessuno" Robert Ford. Ragazzo introverso e complessato, una volta entrato a far parte della banda del temuto e irascibile Jesse, ne diventa con ostinazione quasi l'ombra. Ma la sua tormentata ricerca di emulazione prima e di approvazione poi (Jesse ad un certo punto non a caso gli domanda..."Non riesco a capire. Vuoi essere come me, o vuoi essere me?"), non porta i risultati sperati. Unica via d'uscita, per raggiungere la fama di Jesse, non rimane allora che la sua uccisione. Ma sara' proprio la scomparsa di Jesse a consacrarne la leggenda (le foto che lo ritraggono morto andranno a ruba), la definitiva celebrazione di eroe romantico. Mentre al povero Ford, a differenza di quanto s'aspettava, nessuno tributera' alcun plauso. Verra' anzi solo marchiato per sempre come un codardo assassino (Jesse venne ucciso alle spalle, in uno dei rari momenti in cui non era armato)un lurido traditore che non potra' meritarsi per questo che la sua uccisione. Cosa che puntualmente avverra' una decina d'anni piu' tardi. Sin troppi,direi...
Un film quindi molto attento, piu' che all'azione, alla psicologia dei personaggi. E molto attuale, poiche' ci parla della forza che hanno i media a creare e celebrare alcuni personaggi piuttosto che altri. Nulla e' cambiato da allora. Basti solo pensare come anche il film stesso sia stato presentato da molti come "il film con la Star Pitt" protagonista. Mentre questo, come detto, e' invece il film, parafrasando un celebre titolo Fordiano, "dell'uomo che uccise Jesse James", con il ben piu' sconosciuto (sino ad oggi, ma e' probabile che d'ora in avanti non sara' piu' cosi'...) Casey Affleck ( fratello di Ben...ma indovinate chi recita meglio...)come protagonista. "L'assassinio di Jesse James" per come e' costruito, non coinvolgera' o semplicemente non interessera' a molti. Altri lo troveranno terribilmente noioso per il suo incedere lento. Certo e' un film difficile, a tratti ripetitivo. Poco fluido in alcuni passaggi e con un montaggio non sempre preciso. Le vicessitudini della lunga e travagliata post produzione si fanno sentire. Ma e' anche un film che trovera', c'e' da scommetterci, i suoi estimatori. Come non ammirare le sue atmosfere, la sua crepuscolare intensita', il fascino della sua anima nostalgica e decadente, che richiama al miglior cinema di Terrence Malick ? O ancora, come non rimanere a bocca aperta davanti alla, a dir poco favolosa, direzione della fotografia (merito del maestro Roger Deakins, qui ispirato come non mai) che avvolge tutto il film, con i suoi effetti flou, di un alone sfocato, visionario ed irreale. E come non emozionarsi con le note della la colonna sonora di Nick Cave e Warren Ellis, semplicemente magistrale? Ottime poi, per concludere, anche le prove dei protagonisti. Ad incominciare da quella irosa, funerea e luccicante di Pitt, nel ruolo come detto di Jesse James .E ancor piu' intensa e sofferta e' quella di Casey Affleck, una vera sopresa, in quella di Robert Ford. Uomo tormentato e tragico, non aveva pero' capito che non si puo' uccidere una leggenda. VOTO:8
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