Regia di Brian De Palma vedi scheda film
E' la storia inventata (ma liberamente ispirata dalla realtà) dello stupro e degli omicidi commessi da una coppia di soldati in Iraq, nel 2006. I due fanno parte di un plotone incaricato di pattugliare una piccola cittadina vicino a Bagdad. Questa sinossi non basta a raccontare ciò di cui parla il film. Un ruolo non meno importante, infatti, è svolto dai due soldati che decidono di non partecipare alla violenza, ma di assistervi..
Innanzitutto Redacted è godibilissimo, intrigante e straordinariamente denso di registri differenti: dal tono scanzonato, ironico, provocatorio dell'inizio si scivola verso quello più riflessivo, disturbante e complesso della seconda parte, senza mai perdere una invidiabile fluidità narrativa e una magnetica capacità di incollare lo spettatore allo schermo. Inoltre il film è il prodotto di un collage di immagini provenienti da fonti diverse: le riprese di un soldato aspirante regista, un documentario francese sui posti di blocco USA in Iraq, un telegiornale iraqueno, un sito terroristico, il blog della moglie di un soldato, una telecamera di sicurezza, una telecamera documentativa, il blog di una pacifista, una conversazione skype, gli scatti di un'esposizione fotografica sulla guerra in Iraq, le riprese della festa per il ritorno di un soldato a casa.
Quindi Redacted racconta molto attraverso il contenuto, riflettendo su temi quali il senso della guerra (tanto più se "preventiva"), sui (non) limiti della natura umana e sulla relatività delle posizioni, ma lo fa ancor più attraverso la forma. In poco più di un'ora e mezza, il film ci "getta" nel mondo percettivo dei nuovi media, ci fa riflettere sul ruolo della tecnologia telecomunicazionale nelle guerre del XXI secolo, indaga le potenzialità del digitale e di internet, sviluppa il tema della possibilità di sapere le notizie da fonti diverse, ufficiali o ufficiose che siano, e della possibilità che ciascuno di noi ha di esprimersi in merito a queste notizie, divulgarle, farle circolare. Facendoci sentire la presenza di chi sta dietro la ripresa, il filtro attraverso cui guardiamo le immagini, De Palma riesce nel miracolo di farci sentire protagonisti, complici e soprattutto responsabili di ciò che stiamo vedendo.
"Ci sono cose che non vanno viste..." ammette il soldato che aspira alla regia dopo aver filmato lo stupro ed essersi rivolto ad uno psicologo per sedare i propri sensi di colpa "Anche solo guardarle non vuol dire che non si partecipa...E' quello che fanno tutti, sa? Guardano e non fanno niente...Oppure fanno un video per mostrarlo in giro e non intervengono...". In quel momento tanto lui quanto noi capiamo che al di là dello schermo c'è una realtà che ha a che fare con noi e con cui dobbiamo fare i conti. La scelta di Handel e della sua Sarabande, come tema portante del film, non fa che acuire questa dolorosa consapevolezza...
VOTO: 8
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