Regia di Brian De Palma vedi scheda film
Non ci siamo. Opere (?) come questa danno la misura (chiara, netta, esplicita) della sfiducia oramai istituzionale di chi fa cinema oggi di affidare la responsabilità di rappresentare gli orrori della realtà attraverso l'artificio, la finzione, la manipolazione coscienziosa del materiale girato, i personaggi, gli intrecci, la sceneggiatura cazzo! la SCENEGGIATURA! Questo non è cinema. Quello che si vede in Redacted, lo si può vedere in qualsiasi reportage di qualsiasi, per quanto raro, programma televisivo che non si lasci influenzare dai ricatti dei potenti (in Italia, viene in mente Report, tanto per fare un esempio). Questo film segna la resa definitiva del concetto di cinema che, con tutte le sue varianti ed evoluzioni, ha segnato il XX secolo: e cioè un mezzo espressivo che, nemmeno nelle sue forme più realistiche da Rossellini a Cassavetes, non si è mai illuso (ipocritamente) di mostrare la realtà senza filtri, semplicemente perchè ciò non è possibile! In Redacted, non si capisce dove finisce la realtà e dove comincia la finzione. Come nei documentari (?) di Michael Moore, la realtà è COMUNQUE MANIPOLATA. Anche in buona fede, anche cercando la massima aderenza alla realtà, ma pur sempre prodotto di una sensibilità, pur sempre passata attraverso un filtro censorio. Inutile sbattere in faccia allo spettatore scene di morte violenta in stile RealTV: quello che, personalmente, mi fa detestare la guerra e provar pena per chi ci si è trovato coinvolto sono le scene più riuscite (perchè più elaborate) dei film di Kubrick, Fuller, Aldrich, Coppola etc...non Moore o DePalma che riprendono una donna in lacrime perchè ha perso il marito in guerra.
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