Regia di Wes Anderson vedi scheda film
Francis, reduce da un pericoloso incidente stradale, sente il bisogno di riunire a sé i suoi fratelli e iniziare un viaggio “riunificatore” dopo tante incomprensioni avvenute dopo la morte del padre in una regione dell'India a bordo di un treno speciale, il Darjeeling Limited.
Scopriremo in seguito che forse ci sono anche altri motivi dietro questo viaggio e che certi dissapori o certi modi di interagire, presenti fin dall'infanzia, non sono facili da perdersi...
Film coloratissimo e minimalista, un approccio ai sentimenti familiari ritratti con sagacia soprattutto nel sottolineare la regressione a cui si spingono certi nostri comportamenti quando ci poniamo davanti ad anni di conflitti non risolti.
Mentre tutto è avvolto da un paesaggio indiano allo stesso tempo incantevole quanto surreale, Anderson spande un'ironia di fondo che parte fin dalla prima scena quando si inquadra Bill Murray nei panni di un uomo d'affari, facendo presagire per lui un ruolo fondamentale nell'opera, e che invece avendo perso il treno scompare dalla narrazione senza aver mai proferito alcuna parola; o anche quando ci mette al corrente della affascinante storia dei treni che si perdono, pur restando sui binari...
Il film ha vinto il Leoncino d'Oro al 64° Festival di Venezia con le seguenti motivazioni:
« Per aver affrontato con originalità, leggerezza ed ironia temi complessi quali i rapporti familiari, il viaggio come metafora di crescita individuale, il bisogno di riflessione e di distacco dalla realtà frenetica del mondo occidentale. Per la brillante interpretazione degli attori, per l’accuratezza e la raffinatezza delle immagini resa attraverso un montaggio efficace e puntuale, per aver creato un mondo unico capace di coinvolgere ed emozionare, offrendo più piani di lettura tali da soddisfare diverse fasce di spettatori.»
E in fondo Anderson ci parla della imprevedibilità della vita, nella sua continua alternanza fra gioie e dolori, e il tentativo degli esseri umani di provare ad agire di testa propria senza accorgersi che spesso si tornano a ripercorrere di nuovo gli stessi passi; ma ecco che solo liberandosi dal fardello delle colpe e del passato ci si può davvero rimettere in carreggiata e apprestarsi a un nuovo viaggio, magari di nuovo salendo a bordo di un treno in corsa.
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