Regia di Joe Wright vedi scheda film
Solo discreto. Ma avrebbe potuto essere molto di più. Anzi, ad essere sincero, per diverso tempo durante la visione ero addirittura arrivato al punto di considerarlo mediocre, tanta era la delusione. La colpa è sostanzialmente della girovaga sequenza iniziale (beh, in realtà si protrae per quasi un'ora), in cui una trama talmente scarna da poter essere interamente descritta in un paio di righe, in ogni suo dettaglio, viene letteralmente stemperata all'inverosimile. Il regista Joe Wright vorrebbe giocare ad essere Christopher Nolan, ma fallisce su tutta la linea. I suoi salti temporali, infatti, non rendono per nulla più interessante o coinvolgente la narrazione. Al contrario, hanno l'unico effetto di creare confusione e irritazione, spezzando un ritmo già in partenza non quel che si dice sostenuto. E dando talvolta l'impressione di un mero collage casuale di scene senza un senso apparente.
Purtroppo i personaggi risentono di questo clima. Nonostante gli ottimi attori (bravi James McAvoy e Keira Knightley, da Saoirse Ronan invece mi aspettavo di più), nessuno di essi risulta davvero amabile. I pochi che superano la "soglia" dell'indifferenza, finiscono in quella dell'antipatia, anziché una più appropriata empatia.
In seguito a questi primi sessanta minuti poetici ma strazianti, si giunge finalmente a qualcosa di più convenzionale e sopportabile. La storia comincia a procedere, sebbene lentamente. Permane ancora qualche accenno dei vizi precedenti, ma per fortuna con minor danno. E infine giungono gli ultimi trenta minuti, dove invero sembra emergere un film del tutto diverso da quanto visto fino a quel momento. Non so spiegarmi perché non abbiano mantenuto questo standard fin dal principio. Comunque è qui che i protagonisti riescono a toccare il cuore, la trama diviene interessante e il film nel suo complesso raggiunge quella sua qualità tanto attesa, fino al meraviglioso finale.
Nulla da ridire per quanto riguarda i costumi, gli ambienti e la colonna sonora. Perfetti.
Voto: 3,5/5. Mediato tra una mediocre conduzione nella prima parte e un'insperata buono-ottima nella seconda.
Non molto sviluppata. Magari nell'omonimo libro di Ian McEwan, dal quale è tratto il film, funziona ugualmente, però a mio avviso questo stile non si adatta alla trasposizione cinematografica. Piuttosto avrei preferito una minor fedeltà al materiale originale, ma che almeno si dimostrasse capace di rendere fin dal primo istante memorabili i personaggi. Era fondamentale che ciò accadesse. Purtroppo così non è stato.
Ottime musiche di Dario Marianelli. Se ho resistito dall'interrompere la visione è anche grazie al suo piacevole intrattenimento. Almeno era gradevole da ascoltare e mitigava un poco lo sconcerto.
L'intera prima ora, in cui non accade pressoché nulla di rilevante. Di tempo e spazio per un intreccio degno di questo nome, in grado di condurre gli astanti nel giusto stato d'animo per appassionarsi ai protagonisti, ve ne si possono trovare in abbondanza, no? Basta riformulare il tutto, tagliando il visionario superfluo.
Il suo film più riuscito, nonostante egli rimanga un mestierante ai miei occhi.
Discreta Cecilia Tallis, ma forse è sopravvalutata.
Non sfigura nel ruolo intenso di Robbie Turner. La seconda migliore prova del film. Complimenti.
Non male. Tuttavia l'adolescente Briony Tallis la limita nel suo talento.
Interpreta una più efficace Briony Tallis ormai maggiorenne. Brava.
All'anziana Briony Tallis bastano pochi minuti per surclassare tutti gli altri. Primo posto meritato.
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