Regia di Joe Wright vedi scheda film
Prima di tutto sono una lettrice. Ho letto il libro di McEwan e l'ho trovato fenomenale. Per questo mi sono precipitata a Venezia. E sono stata premiata.Il film è molto bello anche se sicuramente ha dei difetti, non è perfetto. Ma non tradisce il libro, anzi direi che in alcuni momenti lo esalta. Come il libro, è strutturato in quattro parti distinte: la prima, quella in cui avviene ciò che cambierà le vite dei protagonisti, è sicuramente la più bella, in certi passaggi è meravigliosa. La seconda e la terza ci mostrano cosa è successo a quei personaggi anni dopo, ed è qui che un po' il film cala, per eccesso di melò forse, per alcune scene di guerra troppo lunghe sicuramente. La quanta parte è l'epilogo, molto breve ma intenso, grazie soprattutto a quella magnifica attrice che è Vanessa Redgrave, capace in pochi minuti di portarci nella sua testa e nella sua ricerca di un'espiazione. Perché questo non è solo un film d'amore: è soprattutto un film di colpe e di rimorsi, di cose che accadono e cose che dovevano accadere, perché a volte la finzione, purtroppo, è meglio della realtà.
Estate 1935. Briony Tallis è una bambina con una fervida immaginazione, non per niente sogna di fare la scrittrice. Sua sorella Cecilia, 20 anni, invece ha un problema: è irrequieta e soprattutto astiosa verso il suo amico di infanzia Robbie, il figlio della governate. Lui invece non ha alcun problema: è innamorato di Cecilia e non ha paura di dirlo,con l'effetto di aprire gli occhi alla ragazza, che si ritrova anche lei innamorata. Questa situazione appare però inequivocabile agli occhi di Briony: per lei Robbie(per una serie di situazioni sfortunate) è un violento, un debosciato, e quando sua cugina Lola, loro ospite, subisce una violenza,Briony non esita ad incolpare Robbie, condannandolo alla prigione ma soprattutto al disonore. Passano cinque anni: c'è la guerra; Robbie è in Francia da soldato, dove l'Inghilterra sta battendo in ritirata; Cecilia, l'unica ad aver sempre creduto nell'innocenza del suo innamorato, ha rinnegato tutta la famiglia ed è diventata capoinfermiera a Londra; Briony sta cominciando a rendersi conto di quello che ha fatto e vorrebbe espiare le proprie colpe: riuscirà a farlo? O certi errori si pagano per sempre?
In questo film si fa un uso particolare della colonna sonora, che in alcuni punti interagisce evidentemente con la scena (tutte le parti in cui c'è il rumore della macchina da scrivere, oppure il pezzo al pianoforte, interrotto da Cecilia che ne pizzica una corda). Quindi, oltre ad essere di notevole impatto, è anche utilizzata in modo originale.
Personalmente avrei tolto un po' di enfasi alla parte di guerra e magari cercato di esplorare maggiormente la ricerca di "redenzione" di Briony. La prima parte invece è perfetta così.
Non si può che lodare questo mostro sacro della recitazione inglese, nel film è presente per dieci minuti al massimo, ma riesce a toccare momenti altissimi di recitazione, a trasmettere perfettamente ciò che il suo personaggio è: fragile, stanca, sola.
James McAvoy è la piacevole conferma di questo film: dopo L'ultimo Re di Scozia, questa è un'altra sua interpretazione degna di attenzione. Riesce ad essere molto intenso sia da privilegiato (innamorato, studente di medicina) che da perdente (soldato sfuggito alla prigione solo perchè si è arruolato). Il suo aggrapparsi disperatamente ad un unico, intenso ricordo è struggente e ben reso da questo bravo attore che farà ancora parlare di sé.
Keira Knightley a parer mio è una delle più promettenti attrici del suo tempo: in vari film ha mostrato la sua freschezza, ma in un paio per lo meno il suo talento, e pare che riesca al meglio proprio quando è diretta da Wright, prima in Orgoglio e Pregiudizio, che le è valso la candidatura all'Oscar, adesso in Espiazione. Questo è il suo primo ruolo adulto. Non interpreta più la solita bella ragazza che fa girare la testa al protagonista, questa volta è una donna vera, una donna confusa e all'inizio persino sgradevole, ma è proprio grazie alle capacità interpretative della Knightley che riusciamo a cogliere tutta la fragilità e contemporaneamente la presa di coscienza di sé che questo bel personaggio ha in serbo per noi.
Joe Wright è al suo secondo lungometraggio: credo che questo giovane autore riesca a creare delle sequenze di notevole impatto visivo, inoltre riesce a gestire dei piani-sequenza molto lunghi e con molte comparse in maniera ammirevole. Credo che però a volte manchi di coraggio nelle scelte che fa. Speriamo che col tempo migliori, le basi sono maledettamente promettenti.
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