Regia di Val Guest, Ken Hughes, John Huston, Joseph McGrath, Robert Parrish, Richard Talmadge vedi scheda film
Certe gag sono simpatiche, ma il più delle volte l'assurdità delle trovate comiche sfuma nell'idiozia e nel caos.
In tutta la loro carriera, Peter Sellers e Orson Welles recitarono assieme soltanto una volta. Ma è difficile far convivere due galli in un pollaio: il primo si sentì vilipeso dalla boria del secondo al punto da abbandonare il set per diversi giorni. Ma fu solo la più celebre delle abbondanti traversie che si abbatterono su un progetto nato storto e raddrizzato ancora peggio, dai costanti riaggiustamenti dello script appena prima delle riprese alla scelta – scellerata – di spartire la regia fra cinque professionisti (John Huston, Ken Hughes, Val Guest, Robert Parrish e Joseph McGrath) con il gramo esito di trasformare il pregevole romanzo di Ian Fleming – l'unico non comprato da Albert "Cubby" Broccoli – in un'ammucchiata indigesta di frammenti sparsi di narrazione. Il produttore Charles Feldman scialacquò le proprie casse (la grandeur della confezione, le magnificenti scenografie, il cast mostruoso) per questo film "apocrifo" su James Bond che si barcamena malamente fra la presa in giro scombiccherata – con un'aria alla Ciao Pussycat, sempre marchiato Feldman – e l'ambizione di competere con gli 007 "autentici" (vedasi la bella sequenza clou della partita di baccarat, che arriva come un faro nella notte). Certe gag sono simpatiche (l'asta "bicolore" fra i due blocchi), ma il più delle volte l'assurdità delle trovate comiche sfuma nell'idiozia e nel caos: l'eleganza farsesca di un Blake Edwards è lontana mille miglia. Il giovanissimo Woody Allen in realtà convince, al contrario di un David Niven che eccede senza freni in gigioneria. Ursula Andress è stata ingaggiata soltanto per la sua presenza in Agente 007 – Licenza di uccidere. Inutili ruoli cameo per Jean-Paul Belmondo, George Raft, Peter O'Toole e Barbara Bouchet (e molti altri). Assai sbrindellata la sceneggiatura a sei mani di Wolf Mankowitz, John Law e Michael Sayers.
Il tema musicale di Burt Bacharach è ripetuto allo sfinimento in colonna sonora.
Voto: 5 — Film INSUFFICIENTE
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