Regia di Vincenzo Marra vedi scheda film
Stranamente poco conosciuta quest’opera di un giovane ma talentuoso regista italiano, Vincenzo Marra, offre uno spaccato della situazione della Giustizia italiana, Estremamente lucido, privo di luoghi comuni e preconcetti, senza prendere campo, descrive un breve periodo dell’attività di una sezione della Corte di Appello del Tribunale di Napoli. La documentazione è armonicamente distinta fra l’attività tribunalizia e le conversazioni, quasi interviste, dei tre principali protagonisti. Un giudice destrorso, misogino che ha tutta la volontà di chiudere un processo per omicidio a carico di un associato al clan dei Casalesi, abituale frequentatore della redazione di un quotidiano locale. Un giudice “a latere “, sinistrorsa, femminista, un po’ confusionaria, ma piena di buona volontà. Un avvocato, vero principe del foro, consultato da altri colleghi, cinico, capace con il suo eloquio barocco di rallentare, ricorrendo a continui cavilli procedurali, pertinenti ma esasperanti, il corso del processo quanto più possibile. Il documentario inizia con impiegati e giudice in attesa davanti alla porta dell’ufficio che l’addetto non ha tempestivamente aperta e termina con il Tribunale vuoto, ove le luci di illuminazione al neon non funzionano ed il processo non si è concluso. Il regista non esprime opinioni, ma espone fluidamente la cronistoria di quanto si verifica in alcune nostre Corti di Giustizia, lasciando il giudizio a quanti hanno seguito il suo documentario che, per la intensa caratterizzazione dei personaggi, può considerarsi un vero e proprio film.Nel complesso ne esce fuori un quadro drammatico, in alcuni momenti grottesco.Voto 8
Molto bravo, lucido, coerente. Un vero giornalista
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