Regia di John Glen vedi scheda film
007 deve recuperare un relitto in acque greche per sottrarlo ai russi: all’interno un congegno per il lancio dei missili. Prima di raggiungere la penisola ellenica,007 passa per la neve di Cortina e, prima ancora, per la periferia spagnola, all’inseguimento di nemici tutti da scoprire.
Per la prima ora il film è verboso, con pochi duelli e molti dialoghi: è la firma di John Glen che si segnala anche (in positivo stavolta) per la buona capacità di seguire le (poche) scene d’azione (magistrale l’inseguimento di Cortina tra Bond sugli sci e l’inseguitore in moto e di grande pathos l’arrampicata verso il monastero greco). Anche se l’usuale prologo è forse il più memorabile di tutti, dato che viene accoppato definitivamente Blofeld: operazione resasi necessaria per via di copyright e situazioni legali della produzione con lo storico capo della Spectre.
Prova mediocre di Roger Moore che non regge quasi più la fisicità del personaggio, sopperendo con l’eleganza alla usuale corporeità di Bond. “For your eyes only”, cantata da Sheena Easton è uno degli accompagnamenti musicali bondiani più famosi di tutta la serie. La Bond-girl è la splendida Carol Bouquet, che parla più con gli occhi che con le labbra (interprete ideale per un film con questo titolo).
Le novità principale di questo capitolo è proprio il cambio di regia, affidata a John Glen, a cui tocca la sorte di altri suoi predecessori (da maestranza passa dietro la macchina da presa); Glen conferisce uno stile personale al film, in cui Bond si accoppia poco e s’azzuffa ancora meno, sullo sfondo di una condizione politica internazionale non trascurabile, in cui, in piena guerra fredda, non si disdegnano frecciatine ai comunisti, indubitabilmente i cattivi di turno.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta