Regia di Carlo Lizzani vedi scheda film
Storia vera della prima (e ancora ‘artigianale’) strage nazista compiuta in Italia: nel settembre 1943 una piccola comunità ebraica rifugiatasi in un albergo sul lago Maggiore, ancora presa dall’illusoria euforia del dopo armistizio, viene prima segregata e poi soppressa a gruppi di 4-5 persone per non allarmare i superstiti. Intenti nobili, ma confezione paratelevisiva e molto romanzata: il fulcro del film è un amore interrotto tragicamente, i soldati sembrano inesorabilmente quelli di Sturmtruppen, l’ufficiale è il solito fanatico ghignante e non manca il personaggio dell’eroina misteriosa. Inoltre, con i prigionieri che per la maggior parte del tempo non fanno che dividersi fra rassegnazione e progetti di fuga nell’attesa di sviluppi, la tensione si allenta. Non aiutano neanche gli interpreti, tutti piuttosto anonimi.
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