Regia di Carlo Lizzani vedi scheda film
Ci voleva il ritorno in grande stile di Carlo Lizzani per rivedere un film senza fronzoli, ben ancorato a temi storici e civili, impegnato quanto basta per indignarsi ancora una volta delle spaventose e barbariche malefatte dei nazisti ai tempi della Seconda guerra mondiale. Il regista di Achtung! Banditi! e Il processo di Verona parte da un bel romanzo di Marco Nozza (a sua volta ispirato a un episodio realmente accaduto) per tornare su uno dei molteplici episodi che insanguinarono il Nord Italia a pochi mesi dalla conclusione del triste conflitto. In un placido hotel sul lago Maggiore, un manipolo di tedeschi prende in ostaggio alcuni ebrei, rifugiatisi nell’albergo in attesa dell’agognata fine della guerra. All’inizio pare una “normale” azione di polizia. Poi si scoprirà ben altro. Alla soglia degli 85 anni Lizzani conosce la macchina cinema come pochi e sa perfettamente (e in prima battuta) cosa togliere e levare da una materia già di per sé carica di pathos e inevitabile retorica. Non ha bisogno di star, né di effetti speciali, né ha urgenze particolari da appendere sopra le righe. Si limita a filmare, rubando sguardi e denunciando dolori. Ottimo il cast, di volti giusti e sensibili. Un altro tassello di una filmografia esemplare.
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