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Sogni e delitti

Regia di Woody Allen vedi scheda film

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La recensione su Sogni e delitti

di Furetto60
7 stelle

Noir, drammatico e pessimista, del maestro Woody Allen.

“Cassandra's dream" è il titolo del film di Woody Allen e il nome della sciagurata imbarcazione, che i due fratelli protagonisti del film, Colin Farrell e Ewan McGregor, acquistano e che diverrà la “location”maledetta della storia. Terry è un meccanico alcolista, con il vizio del gioco e, l’altro Ian,lavora insieme al padre nel ristorante di famiglia, ma coltiva velleitarie ambìzioni di riscatto sociale. Quando rivedono lo zio facoltoso, che in passato spesso li ha foraggiati, i due si precipitano a chiedergli del denaro, Terry ha contratto un forte debito di gioco,con creditori,poco concilianti, mentre Ian, , coltiva il sogno di trasferirsi a Los Angeles e aprire un albergo insieme ad una conturbante e volubile attrice dilettante,per la quale ha perso la testa. Lo zio sembra ben disposto, in cambio però di un grosso favore,commissiona loro un delitto, per eliminare un suo nemico in affari, le cui rivelazioni potrebbero nuocergli gravemente. Ovviamente non si svela lo sviluppo degli eventi che non è difficile immaginare e prevedere. I due fratelli rappresentano le due facce di una stessa medaglia, uno è fatuo e amorale, concentrato al perseguimento del proprio tornaconto ad ogni costo, mentre l’altro, vizioso e terribilmente autodistruttivo, darà il là alla vera tragedia, ma tutti e due hanno in comune, scellerati sogni di ascesa sociale, di ricchezza, che non sono traducibili nella realtà. Temi che ricordano molto “Match Point” Qui il registro del regista Newyorchese, è però decisamente “dark”, secco, senza ombra di qualsiasi forma di riscatto. La mitologia greca è una delle passioni di Allen, ma stavolta la citazione scelta è poco allegra, Cassandra era una figura mitologica che possedeva il dono della preveggenza, forse più una maledizione, visto che le sue profezie erano sempre avvisaglie di terribili disgrazie, il personaggio di Colin Farrell è quello che più gli si avvicina, con le sue continue previsioni di un futuro catastrofico. Anche “spruzzi” di Shakespeare, sono riconoscibili in questo protagonista, con i suoi sogni cruenti, i rimorsi, i fantasmi che gli opprimono la mente.Il regista sembra volgersi a una visione, nichilistica della società. Si smarriscono, a poco a poco,il nucleo familiare, i legami di sangue, l'etica, il valore e il senso della vita. Senza alcun processo liberatorio, quanto invece un pessimismo cosmico, che alita intorno alla mesta storia, cupo, come le suggestive atmosfere londinesi, magnificamente immortalate da Vilmos Zsigismond, Allen in definitiva sembra guardare più alla tragedia Shakespeariana, che ai classici greci, adottando comunque le strutture del noir. Lo stile del regista statunitense è scarno, essenziale, ridotto all'osso. La narrazione è tesa, con ellissi temporali e stacchi netti del montaggio, che riducono ancora di più il racconto allo stretto necessario. Allen racconta solo l'indispensabile, eliminando qualsiasi orpello. McGregor e Farrell, alla prima esperienza con Woody si pongono ,con una bella prova attoriale, al servizio della mediocrità e del vuoto esistenziale dei loro personaggi, che arrancano nei grigi sobborghi di una città che si danna per sopravvivere. Allen ancora una volta addita il pericolo della deriva morale, data dall’impossibilità di sfuggire ai propri peccati e al proprio destino. Woody è un regista geniale, che difficilmente si smarrisce nella mediocrità e banalità, anche questo lavoro è più che intrigante, ma non è uno dei suoi migliori film.

 

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