Regia di Woody Allen vedi scheda film
Terzo film della trilogia londinese, “Sogni e delitti” ha scontato secondo me oltremodo il confronto con “Match Point”: anche se quest’ultimo è superiore, più complesso e sfumato, i due film insieme hanno il merito di aver confermato la ritrovata buona forma di Woody Allen.
Una spirale delittuosa inghiotte e cancella i sogni di due bravi ragazzi: così come il protagonista di “Match Point” anche i fratelli Ian e Terry cercano di emergere dai limitati orizzonti del loro possibilità economiche, il primo per tenere il passo con le impegnative aspettative della nuova fidanzata e il secondo per ripagare un grosso debito di gioco. Ma se la buona volontà non basta a fare il salto di qualità nella vita allora bisogna accettare il compromesso e rinunciare all’innocenza, punto di svolta da cui non si fa più ritorno. Prosegue così la riflessione di matrice letteraria sulle conseguenze del male e sulla soggettività di morale e senso di colpa. Alcuni eventi nella vita di tutti, non soltanto quelli delittuosi o illeciti, segnano un prima e un dopo: solitamente i soggetti più insicuri e tormentati riescono a percepire che le cose stanno per cambiare irrimediabilmente, ma non hanno la forza di sottrarsi agli eventi o cambiarne il corso, mentre i soggetti più spregiudicati, dotati di minore lungimiranza, non esitano ad agire sottovalutando le conseguenze e relativizzando il peso morale delle loro azioni.
Pur senza essere straordinario, va riconosciuto a “Sogni e delitti” un buon equilibrio tra l’andamento narrativo e il contrappunto degli spunti di riflessione, che ne fanno un racconto amaro con finale tronco che, scongiurando la retorica, restituisce il caso in esame al mosaico infinito delle vicende umane. La visione in l.o.s. permette di apprezzare appieno attori molto ben diretti: ottima prova di Colin Farrell e Ewan Mc Gregor molto in sintonia tra di loro, brave anche le attrici nei ruoli secondari, ma ben definiti, di due donne-archetipo: Hayley Atwell, femmina sensuale e ambiziosa da tenere sempre sott’occhio e Sally Hawkins, dolce e rassicurante futura moglie ideale. Ulteriore elemento di ispirazione classica: le battute recitate durante lo spettacolo teatrale di Angela commentano, astraendoli, gli stessi avvenimenti del film, a riprova della letteraria tragicità degli eventi che occorrono agli umani (“Cassandra’s dream” è l’eloquente titolo originale e come non ripensare al coro greco di “Mighty Afrodite”).
E' curioso notare come in alcuni casi l'opinione di certa critica maturi con ritardo cronico sull'evoluzione artistica degli autori: nel caso di Woody Allen si è continuato a gridare al capolavoro anche quando già da tempo non tutti i suoi lavori erano di pari livello, mentre successivamente si è affermata la fase della critica sistematica, che ha rischiato di calpestare anche le pellicole riuscite. E’ chiaro che non si può guardare un film di Woody Allen fingendo che sia un esordiente, ma anzichè continuare a rimpiangere i grandi capolavori del passato si potrebbe valutare ogni singolo film per quel che vuole e può essere in quello specifico momento artistico (detto questo nemmeno io ho approvato tutto quello che ha prodotto negli ultimi anni). Rimanendo quindi nell’ottica meno impegnativa di corto raggio, direi che se “Match Point” merita le **** “Sogni e delitti” secondo me ne meriterebbe ***1/2, ma non essendoci la mezza stella allora vada per le **** anche a titolo di risarcimento danni.
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