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Sogni e delitti

Regia di Woody Allen vedi scheda film

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La recensione su Sogni e delitti

di BobtheHeat
4 stelle

Quando a suo tempo mi permisi di bocciare "Scoop", ricevetti in box molte critiche, di rado costruttive: e un bel po' di vere minacce. Questo non mi impedira' ovviamente di proseguire per la mia strada e di dire che anche l'ultimo Allen "Sogni e delitti" (lasciare il titolo originale?), sebbene punti teoricamente sicuramente piu' in alto del film precedente (che era solo un piccolo "divertissement") risulti altrettanto debole e inutile. Allen chiude dunque male quella che in definitiva e' una vera propria trilogia londinese, riciclando stancamente temi e situazioni altrove raccontati alla perfezione. Leggi "Crimini e Misfatti" : quelli si' che erano dilemmi etici raccontati con lucidita' e profondita'. O lo stesso "Match Point", film a mio avviso, troppo poco amato.
I problemi di "Sogni e delitti" non sono tanto, o non solo, di regia: due/tre scene azzeccate sotto questo punto di vista ci sono: vedi ad esempio il dialogo improvviso con la futura vittima, il momento dell'omicidio, il brusco epilogo finale, che spiazzera' qualcuno. Ma risiedono nel soggetto. Potrebbe risultare "delittuoso", tanto per rimanere in tema, fare un'osservazione di questo tipo: Allen, lo sappiamo, e' uno dei piu' grandi narratori cinematografici di sempre. Ma, come rimarcato anche altrove, e' decisamente la scrittura del film a non funzionare: ad essere ripetitiva. Per una volta, non ci sono battute (non parlo solo di quelle divertenti, del tutto assenti) da ricordare, manca l'ironia, il tono e' troppo predicatorio. Gli attori se la cavano, (il migliore e' lo Zio, un perfetto Tom Wilkinson) ma la forza dei loro personaggi e' comunque poca cosa. Come consuetudine ultimamente, Allen affida i ruoli principali a due attori "di grido" come Ewan McGregor e Colin Farrell . Ma la sua scelta sembra piu che altro giustificata dalla voglia di catturare una fetta di pubblico piu' vasta. Poco efficace invece la scelta della co-protagonista femminile: antipatica e' vero, ma senza la forza seduttiva (ma dai Ewan, era molto meglio la cameriera di quella attricetta!) di una vera "femme fatale". Il personaggio interpretato da Scarlett Johansson in "Match Point" e' insomma lontano anni luce. Quella carica erotica e' qui del tutto assente.
Allen sembra poco a proprio agio anche nel descrivere una Londra dal sapore proletario: anche qui, il confronto con quella ben descritta in "Match Point" e' a dir poco impari. Allen non e' Loach: e si vede. Se si confrontano ad esempio i dialoghi e i caratteri della famiglia "povera" in "Sogni e delitti" con quelli, a tratti magistrali, della famiglia "ricca" di "Match Point", dove Brian Cox era tra l'altro superlativo, vien da chiedersi perche' il "Nostro" sia ritornato, come si suol dire, sulla "scena del delitto". Peccato, perche' Allen per certi versi e' il mio regista ideale:
non sarebbe infatti il massimo vedere i propri registi preferiti sfornare, come ci riesce lui, un film ogni anno? Non sarebbe niente male davvero: ma, a ben guardare, solo se poi i film sono veramente all'altezza. Altrimenti sarebbe meglio farne qualcuno di meno. Ma in questo film noioso, cosi' poco luminoso, grigio come il cielo plumbeo di Londra, al quale neanche la mano del Maestro della fotografia Vilmos Zsigmond riesce a dare una luce particolare, qualcosa di nuovo, rispetto al passato, in realta' accade. Mi riferisco alla decisione di Allen di sostituire ( sia lodato il cielo:quando e' troppo e' troppo, perche' anche mangiare tutti i giorni le lasagne alla fine stanca !) il suo amato commento musicale di repertorio, di matrice tipicamente Jazz, con una partitura musicale creata "ad hoc". E lo score originale di Philip Glass e' semplicemente perfetto. O forse no, dipende anche qui, dai punti di vista: perche', a ben sentire, la musica e' talmente importante, presente per non dire ingombrante(accade spesso con Glass) che fagocita tutto il film. Ancora una volta, dunque, dico: caro vecchio Woody, ci vediamo alla prossima: nella speranza che il clima caldo e solare di Barcellona, insieme al temperamento delle sue attrici principali, riportino vivacita' e brillantezza alla scrittura del Nostro. Voto: 5
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ps: Clamoroso, ora che non c'e' piu' Emanuela Martini(fu lei tanti anni fa, fine anni '70, a farmi innamorare ancora di piu' di Allen, grazie ai suoi magnifici articoli pubblicati sulla rivista Cineforum: chi ama Woody, come me, dovrebbe trovare il modo di leggerli) COMPARE, quasi coraggiosamente, UN SUFFICIENTE nella fascetta del film: non accadeva dai tempi del mediocre "Celebrity". In ogni cambiamento, qualche lato positivo c'e'. Peace

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