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Sogni e delitti

Regia di Woody Allen vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Sogni e delitti

di will kane
8 stelle

Conclusivo (?) episodio della "trilogia londinese" di Woody Allen , dopo "Match point" e "Scoop", una virata al giallo per il cineasta che tanto ci ha fatto ridere ( e rimuginare): però, dopo gli alti lai sollevati per il thriller classista che due anni fa realizzò buoni incassi, per il prosieguo più brillante non sono state poche le recensioni senza entusiasmo, e pure per questo nuovo lavoro , si sono registrate più perplessità che buone parole. Secondo il sottoscritto, però, questo "Sogni e delitti", titolo italiano poco felice, è un noir più compatto del film con Jonathan Rhys-Meyers, e con un messaggio ancora più drammatico: se là era presa di miro la società bene, qui il discorso si concentra sugli effetti di una medesima mentalità avida fondata sulla grettezza d'animo e materiale sulla struttura familiare. E i due fratelli venuti dalla Londra meno abbiente Ewan McGregor e Colin Farrell si dibattono, sperdono e tormentano per nutrire i propri demoni personali,l'uno perennemente vagheggiante il grosso progetto che gli cambierà la vita, l'altro più con i piedi per terra ma mangiato vivo dal vizio del gioco: per risolvere i problemi di ricerca di denaro che li affliggono, devono commettere un delitto per aiutare lo zio d'America Tom Wilkinson ricco filantropo di facciata, gelido calcolatore pronto a commissionare la morte di chi gli è d'intralcio in verità. Il film non scappa di mano ad Allen, che cura in maniera eccezionale certi dettagli delle gestualità dei personaggi ( fate caso a quello sguardo d'intesa fuori sincronia tra Farrell e Wilkinson, così "reale"), che avvia la storia raccontata ad un epilogo tragico e ultrapessimista, proprio sulla barca che dà il titolo alla pellicola in originale. Lodare gli interpreti di una pellicola alleniana è cosa ormai quasi scontata, ma che attore straordinario è Wilkinson nelle tre scene a disposizione è bene sottolinearlo, e chi ha una buona conoscenza del cinema dell'autore di "Alice" noterà la non casuale ricerca dei volti delle attrici femminili, quasi sempre basate su due o tre modelli ( qui versioni differenti di Scarlett Johansson e Mariel Hemingway).

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