Regia di Woody Allen vedi scheda film
Voto 8. Dopo “Match point”, Allen ci porta nuovamente in Inghilterra con questo “thriller psicologico”, nel quale non recita. Nella periferia di Londra, il gestore di un modesto ristorante deve far fronte ad una situazione economica difficile. Per orgoglio, rifiuta di chiedere aiuto al ricco cognato, uomo d’affari sempre in giro per il mondo. Ha poi due figli sui quali non può contare: l’uno è scapestrato, disoccupato, alcolizzato e variamente impasticcato; l’altro è solo apparentemente meno dissoluto, si dà arie da dandy, ma pesta acqua nel mortaio. Un bel giorno, lo zio ricco in questione, di passaggio a Londra, propone ai suoi due nipoti di far fuori un tizio, suscettibile di rovinarlo testimoniando in un processo. Dopo lunghe esitazioni, i due fratelli accettano, organizzano e mettono a segno l’omicidio, ma… Rivelare il seguito non sarebbe corretto. Il film funziona, grazie ad una buona sceneggiatura e a momenti di vero suspense. Vi si mescolano dialoghi vivaci e non banali, con il classico humour alleniano. Notevole la descrizione scenografica dell’ambiente londinese “povero”.
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