Regia di Paco Plaza, Jaume Balagueró vedi scheda film
Ancora un horror che inscena la realtà, non la fantasia. Col pretesto del giornalismo estremo, l'occhio vuole vedere qualunque cosa, e ciò che spaventa diventano le pieghe più nascoste del reale, non più una storia raccontata da un narratore esterno. L'orrore cinematografico sta prendendo questa piega, e REC ne rappresenta il nuovo emblema (fino al prossimo Romero): un cameraman e una giornalista seguono le attività di una squadra di pompieri con un poliziotto in una casa, da cui provengono delle urla da una donna anziana; troveranno l'inferno. REC rispetta la formula di un crescendo progressivo di tensione che non lascia scampo, impostando un'atmosfera cupa e ansiogena già dalla presentazione del primo corridoio in ombra. I due registi spagnoli non esitano mai a mostrare una situazione che a poco a poco precipita davvero nel baratro. I lunghi e meticolosi piani-sequenza rafforzano la continuità temporale e condensano gli eventi in un'unica potente esperienza di terrore. L'uso ossessivo della telecamera come narratore della storia, a rischio della vita del cameraman, è giustificato a supporto di un incredibile scoop giornalistico; quindi (rispetto ad esempio a Cloverfield) l'ipotesi di mollarla per scappare è più difficilmente contestabile.
Non ci si aspettano infine fuochi d'artificio riguardo al plot, ma in un film del genere l'esperimento è sulla forma. E, sebbene non ci sia nulla di nuovo a livello narrativo, esso è pienamente riuscito.
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