Regia di Paco Plaza, Jaume Balagueró vedi scheda film
Uscito il medesimo anno di Diary of the Dead, è ancor più del film di George A. Romero il Blair Witch Project degli zombi. Il duo Paco Plaza e Jaume Balaguerò, apprezzati dal sottoscritto in occasione de I Delitti della Luna Piena e Nameless, sceglie la via del low budget e propone un falso documentario senza alcun montaggio di raccordo e con inquadrature nervose, telecamera che balla nelle mani dell'operatore, zoom grezzi e fotografia deficitaria. In tali aspetti si ravvedono le fondamentali differenze rispetto al citato film di Romero che, peraltro, cercava di lasciare un qualche messaggio che andasse oltre al mero intrattenimento. Le scenografie sono tutte in interno (un condominio sigillato dall'esterno dalle autorità) e non vi è alcun riferimento a televisioni, radio e interviste, in quanto il palazzo viene completamente isolato dai collegamenti esterni. Plaza e Balaguero puntano tutto sulla claustrofobia, sull'incertezza che pervade la storia e su una soluzione finale che anticipa quanto si vedrà in Rec 2 suggerendo una commistione tra demonologia e morbo dei morti viventi, una soluzione che sembra arrivare dalla letteratura pulp americana. Considerato un cult e apprezzato ai botteghini, è poco più di un mediometraggio che sfrutta i linguaggio filmico dei mockumentary mettendo assai poco di nuovo di suo. Plaza e Balaguero, inoltre, ripropogono gli zombie atletici che corrono e scattano. Da apprezzare, comunque, per essere in anticipo su Cloverfield, Paranormal Activity e di alcuni giorni sullo stesso Diary of the Dead.
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