Regia di Claude Chabrol vedi scheda film
Prodotto medio di Chabrol con zampate di talento e un soggetto interesssante, ma anche una scrittura troppo semplicistica. 6+ MEDIO
Chabrol al minimo sindacale finisce il compitino con la consueta professionalità, senza infamia e senza lode, se non fosse per la sublime scena finale. Per la serie la classe non è acqua... La storia è abbastanza semplice, rappresentando l'emergenza comunicativa nella visione delle frustrazioni, le problematiche dell'invecchiamento sulle persone. La passata gioventù condiziona e schiavizza i comportamenti del compassato scrittore, mettendolo senza pietà sotto la lente d'ingrandimento morale del grande regista francese. Così la traccia drammatica si sviluppa inesorabilmente ma purtroppo anche stancamente attraverso il personaggio banalotto di Paul, cardine del soggetto, vero elemento di rottura simboleggiante l'impossibile scambio di ruoli in base all'età e al ceto sociale. Per chiudere in bellezza (e non solo per modo di dire...) a questi due caratteri principali, inseriamo anche il terzo: Gabrielle, la vittima designata, in balia di giochi più grandi di lei e stritolata dagli avvenimenti e dalle convenzioni borghesi. Infatti non poteva mancare in questo Chabrol un sano e classico attacco alla cara borghesia! Come scritto prima, niente di eclatante ma con spunti interessanti e qualche zampata registica qua e là da applauso.
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