Regia di Claude Chabrol vedi scheda film
Il triangolo amoroso, anzi meglio dire il triangolo del desiderio, è l’oggetto fondamentale di questo film di Claude Chabrol.
Al centro una splendida e giovane ragazza, intorno un vecchio scrittore intellettuale amante delle belle donne e del sesso di gruppo, ed un ruspante figlio di papà dedito solamente ad ottenere tutto ciò che vuole, oltre che nemico dichiarato dello scrittore.
La storia si dipana tra una serie di sensazioni ben amalgamate, tra l’amore viscerale e la passione della giovane, la vendetta del rampollo di nobile estrazione (ma non certo d’animo), la collera e l’innocenza della protagonista.
Ci sono insomma diversi caratteri protagonisti del cinema da interni di Claude Chabrol che qui costruisce un buon prodotto, per me uno dei migliori tra i suoi ultimi, tutto giocato sulle situazioni, sui ribaltamenti di fronte e su una serie di dialoghi ben calibrati, con diverse citazioni funzionali alla trama.
In più si avvale della giusta protagonista (una splendida Ludivine Sagnier) che si dimostra attraente e spontanea quanto serve per la riuscita complessiva della pellicola che ruota intorno alla sua presenza ed ai rancori che intorno a lei hanno sfogo.
Un film elegante, non eccelso, che ripropone temi già visti più volte, ma lo fa con un gusto ed un approccio riuscito che gli permette di farsi positivamente segnalare.
Intrigante.
Regia esteticamente elegante e giocata sui dialoghi che ripropone temi visti più volte, ma con un approccio che gli permette comunque di ben figurare.
Bella, ma soprattutto attraente disinvolta e sognante.
Beh diciamo che è stato quasi un colpo di fulmine.
Recitazione di buona fattura.
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