Regia di Claude Chabrol vedi scheda film
Prendendo spunto da un fatto di cronaca, Chabrol mette in scena una storia sulla follia della passione integrandola al tema a lui caro dei vizi e delle ipocrisie della famiglia borghese. Protagonista ne è un'ambiziosa annunciatrice in rapida ascesa divisa a metà tra uno scrittore di mezza età e un giovane ricco e psichicamente instabile. Tutto molto bene per quasi un'ora e mezza: i dialoghi sono quantomai realistici e colpiscono nel segno, e la macchina da presa si concentra con gelida ironia su volti e vezzi di personaggi abituati alla propria avidità, riuscendo a creare un'insana atmosfera di crescente morbosità. Ma questo equilibrio formale si spezza inesorabilmente nell'ultima mezzora, ossia a partire dal compimento della tragedia: il film ha un brusco stop, l'atmosfera malata lascia spazio ad un didascalico susseguirsi di eventi messi insieme in tutta fretta, e di conseguenza l'interesse dello spettatore va a farsi benedire, fino al tracollo della scena finale: superflua banale e assolutamente inutile. Un vero peccato.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta