Regia di David S. Goyer vedi scheda film
Seattle. Il povero Nick fa il liceo, è ombroso, intelligentissimo, vende compiti; vuole andare a Londra ma la mamma stronza glielo impedisce; viene picchiato quasi a morte da una coetanea cretinetti disadattata (ha una famiglia instabile, santiddio) che ruba e porta sempre la cuffia (ma sotto ha una chioma fluente di capelli); però non muore, Nick, resta ad aspettare che qualcuno lo venga a salvare, mentre col fisico vaga per la città a urlare la sua disperazione, a vedere e sentire gli altri che non sanno dove cavolo si è cacciato, la polizia che lo cerca, i delinquenti che vogliono sbarazzarsene; poi alla fine viene trovato, Nick, e riportato alla vita reale, mentre la cretinetti si pente e schiatta. Tripudio new age, egemonia legislativa da impero, educational giovanilistico da proiezione scolastica, argomentazioni da dibattito televisivo, pagina da quotidiano estivo, retorica antropologica insomma, tutto comunque in nome della giustizia e della giustezza: Invisible è uno dei prodotti statunitensi peggiori degli ultimi anni, imbarazzante nella sua pedanteria scolastica, insostenibile per i suoi personaggi (e interpreti) legnosi, disdicevole per l'impianto così prevedibile e grossolano, criminale per l'offerta di una morale da svendita dell'usato. Da boicottare in piazza, se fosse possibile.
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