Regia di Prachya Pinkaew vedi scheda film
The Protector (titolo originale Tom-Yum-goong) è un film thailandese del 2004 scritto e diretto da Prachaya Pinkaew, ed interpretato da Tony Jaa.
Sinossi: Khma (Tony Jaa) è cresciuto con il padre in una sorta di villaggio immerso nella natura a strettissio contatto con gli elefanti, per lui veri e propri membri effettivi della famiglia. Un giorno durante un concorso in cui si doveva scegliere l'elefante da regalare al Re, dei malviventi rubano due elefanti al quale Kham è estremamente legato. Gli animali finiranno in Australia e Kham è pronto a tutto pur di recuperarli....
The Protector poco dopo l'uscita in patria si è subito distinto a tal punto da essere considerato un cult movie del genere action, conquistandosi una gran fetta di ammiratori nel mercato americano capeggiati da Quentin Tarantino, sponsor numero uno del film e se contestualizzato bene, tutto questo successo può essere compreso nonostante sia un film a tratti disastroso, come vedremo a breve.
Partiamo con l'incipit ambiantato in Thailandia; l'inizio del film mi spiace dirlo ma è pessimo, sembra di assistere ad un prodotto di Bollywood di Serie Z sia per regia sia per narrazione, per di più infarcito di una propaganda nazionalistica alquanto fastidisoa del tipo "quanto è bello vivere in povertà ma a contatto con gli animali e nel verde della natura" e "mio Dio quanto è bravo il Re, non vedo l'ora di regalargli l'unica gioia della mia vita" che nel film è rappresentato dall'elefante.
Fortunatamente quando ci spostiamo in Australia il film diventa accettabile; The Protector sembra quasi una sorta di running game che per ritmo potrebbe richiamare (prendetelo con le super pinze) Lola Corre di Tom Tykwer, con il nostro protagonista che scorrazza per Sydney a dare mazzate con l'obiettivo di ritrovare i suoi elefanti (la trama rimane complessivamente abbastanza ridicola).
il regista quando non deve riprendere scene di combattimento, propone uno stile mtv un po' fuori tempo massimo ma pur sempre accettabile se paragato all'inizio, mentre quanto Tony Jaa inizia a menare le mani, le cose cambiano drasticamente con una regia particolarmente azzeccata se paragonata agli action del periodo dove l'effetto speciale e le esplosioni dominavano la scena, quindi bisogna dare un grande merito a Prachya Pinkaew per aver riproposto combattimenti corpo a corpo degni di nota (questa è la ragione del successo).
Come appena detto l'unica ragione per vedere il film sono le mazzate di Tony riprese abilmente; nello specifico il regista si distingue per un uso molto particolare del long take; a volte durante la lunga sequenza la macchina da presa segue a distanza di pochi centimetri il protagonista, altre volte si piazza fissa lontana dall'azione e tra l'attore e l'asse focale della cinepresa troviamo degli oggetti che ci impediscono letteralmente di seguire l'azione spostandola fuori campo, in cui l'unica cosa percepibile sono i colpi dati/subiti da Tony ed il tutto serve ad aumentare notevolmente la tensione.
Per essere proprio critici l'unica pecca è l'utilizzo dello slow-motion, o troppo scolastico (enfatizzare su un particolare gesto dell'altleta) oppure semplicemente inutile e fine a se stesso.
Un altro aspetto interessante è il proporre scontri seguendo uno schema piramidale preso dal settore videoludico dove Tony affronterà via via, nemici sempre più forti come dimostra la scena del tempio dove rispettivamente se la dovrà vedere con: lottatore di Capoeira, uno di Wushu (Jon Foo) ed infine un Westrel locale (Natham Jones).
Il film onestamente è invecchiato male ed è diretto esclusivamente agli appasionati del genere anche se oggigiorno il livello si è alzato notevolmente, tuttavia per l'epoca molti rimasero colpiti dalle coreografie. Detto questo Tony rimane ancora oggi un grandissimo atleta apprezzato in tutto il mondo.
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