Regia di Enzo Doria vedi scheda film
Gila e Rik si conoscono da bambini, fanno subito amicizia e vivono straordinarie avventure insieme. Un giorno scoprono di poter comunicare con il pensiero, cosa che li terrà legati anche quando, ormai adulti, avranno vite differenti e distanti. Il destino però li vuole vicini...
Una tra le produzioni più bizzarre dei già di per sé bizzarri anni '80 del nostro cinema è senz'altro questo Gila and Rik – proprio così, intitolato in inglese, pensato espressamente per trionfare a livello planetario. Un film che è diviso in modo abbastanza netto in due tronconi: il primo è un modestissimo melodramma dell'infanzia e dei buoni sentimenti; il secondo è più esplicitamente improntato al paranormale e al moralistico, con una storia d'amore che passa costantemente in secondo piano di fronte alle riflessioni esistenziali di cui è gravido il copione. Firmata dal regista Enzo Doria e da Maria Teresa Rienzi, la sceneggiatura non vive di una trama solida e propone dialoghi verbosi e ben poco credibili, che appesantiscono ulteriormente una visione non semplice. Quest'ultimo fatto deriva anche dalla presenza in scena di interpreti non troppo rodati (su tutti Tina Mason, alla sua prima e ultima prova sul set, e Alessandro Doria, figlio del regista e attore praticamente solo nelle pellicole paterne: i protagonisti centrali), nonché di attori bambini (Francesca Passadore ed Enrico Zanchini) probabilmente non troppo seguiti da Enzo Doria; quantomeno si possono segnalare in ruoli di contorno alcuni nomi assolutamente degni di nota: Capucine, Laurent Terzieff, Donald Pleasence, John Phillip Law, Gianni Garko e Margaux Hemingway, nipote di Ernest e sorella di Mariel. Seconda regia – quantomeno in solitaria – per Doria, che tornerà sporadicamente dietro la macchina da presa negli anni successivi, rimanendo più attivo in ruoli di produzione. 2,5/10.
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