Regia di Meir Zarchi vedi scheda film
Un film davvero disturbante per quanto invecchiato nella realizzazione e nei contenuti. Certamente i motivi principali per cui è ricordato non si riferiscono tanto al concetto di rape & revenge che comunque era stato già sviluppato in passato sia tramite titoli nobili come La fontana della vergine e poi il cruento L'ultima casa a sinistra (Su questo tema la differenza sostaniale riguarda l'assenza di familiari a vendicare la vittima della violenza che invece agirà in totale autonomia), quanto una messa in opera che non risparmia allo spettatore alcuna sequenza di violenza e, anzi, indugia parecchio sulle scene di stupro che vengono perpetrate ben 3 volte ai danni di una sempre più malconcia e sconvolta protagonista. La sequenza poi del secondo e del terzo stupro lasciano davvero basiti, con una carica "bestiale" da parte degli assalitori che infieriscono sul corpo già martoriato della vittima. Queste situazioni mi hanno in parte ricordato l'altrettanto difficile da digerire Morituris del 2011. La seconda parte in cui Jennifer si tramuta da vittima in carnefice, andando sostanzialmente a sedurre di nuovo uno ad uno i membri della banda che l'ha quasi ammazzata (anzi l'intento finale era proprio quello per non poter essere denunciati) si sviluppa in modo abbastanza inverosimile: dall'amplesso + impiccagione del menomato mentale alla sanguinolenta evirazione di uno del gruppo (forse la scena più disturbante dopo le violenza perpetrate sulla ragazza) ed infine gli omicidi in barca che appaiono abbastanza artificiali. Se tutto questo ha prodotto un film che è stato censurato o bloccato nella distribuzione bisogna ammettere che dimostra un certo coraggio nella messa in scena, ma il coraggio maggiore lo dimostra la protagonista Camille Keaton che gira un film nuda dall'inizio alla fine della pellicola e sottoposta ad ogni forma di maltrattamento.
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