Regia di Vittorio Cottafavi vedi scheda film
Prima di pensare alla montagna di oggi e andare a sciare, vedetevi la montagna di ieri per una riflessione.
Terribile e meraviglioso questo film sulla miseria umana e maschile in particolare. Non reggono le scuse della povertà o dell'ignoranza per giustificare le violenze domestiche o l'alcolismo. Le donne e i bambini sono le prime vittime di abusi da sempre tenuti nascosti, anche nel "civile" nord Italia. Come pure le tragedie delle terre altoatesine, dove la tradizione del maso chiuso considerava l'incesto un "fatto culturale", anche qui le situazioni di miseria umana vengono rappresentate perfettamente, con l'innocenza della piccola Rosa ignara del destino che la sorte le ha riservato, e la cara Maria, quindicenne adulta e seria, pronta a proteggere la sorellina dopo la morte della madre. La storia si dipana in modo deciso e senza falle, facendoci capire il dramma già dalle prime scene. Le coraggiose donne delle montagne friulane sono state celebrate solo come "portatrici carniche" (portando i viveri ai soldati in trincea nella prima guerra mondiale hanno contribuito, spaccandosi la schiena, alla loro sopravvivenza) o come "staffette partigiane" (indispendabili alla causa del proselitismo comunista). Mai una parola però sulle loro tragedie, sulle loro vite spezzate, dentro e fuori casa.
Non cambierei nulla in questa pellicola, che la nostra viziata gioventù dovrebbe vedere nei licei.
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