Regia di D.J. Caruso vedi scheda film
Costretto in casa da un provvedimento restrittivo, il giovane Kale fa del voyeurismo il suo principale passatempo. Il suo misterioso vicino è il suo obiettivo principale… Concepito come un remake sui generis de “La finestra sul cortile”, con qualche richiamo a “Swimming pool” di Ozon, dopo un inizio di ben altro calibro, “Disturbia” si rivela principalmente un film di (e per?) teenager, che perde la sua cupezza iniziale per abbondare per lunghi tratti solo in voyeurismo e prurigine. L’accostamento tout court al capolavoro hitchcockiano è una forzatura bella e buona e svia letteralmente la realtà delle cose. Colpa degli autori che sembrano voler creare un’evoluzione più piaciona del thriller classico, partendo da un handicap programmato (il confinamento in casa) e provando a rendere il tutto più efficace con un pizzico di falso mokumentary (le immagini sgranate e confuse si sprecano a causa di una telecamera onnipresente). I momenti di tensione ci sono indubbiamente, ma rimangono una netta minoranza. LeBoeuf è un prodigio e la Roemer seducente, mentre David Morse è un cattivo credibile.
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