Regia di D.J. Caruso vedi scheda film
Il giovane e bravo Shia LaBeouf sfrutta la scia del successo dei Transformers per calarsi nel ruolo di protagonista di un thriller di matrice classica, pseudo-remake del pure classico La finestra sul cortile del maestro Hitchcock. Kale (LaBeouf) perde tragicamente il padre in un incidente d’auto. Un anno dopo, a scuola viene provocato da un suo professore e gli risponde con un pugno, finendo agli arresti domiciliari. Inchiodato in casa, diventa acuto osservatore del mondo esterno e della sua routine, finché non nota qualcosa di strano nel signor Turner (Morse), suo vicino di casa. Ad aiutarlo nelle indagini l’amico Ronny e la bellissima Ashley (Roemer), appena trasferitasi vicino a Kale dalla città. La rivisitazione del classico implica l’adattamento delle situazioni alla cultura attuale; e allora la cultura pop fa capolino, il voyeurismo si fa tecnologico grazie alle videocamere portatili e ai cellulari e la storia d’amore si fa giovanile e favolistica. Il plot ciononostante si sviluppa seguendo le regole standard del genere (la sfiducia dei poliziotti nei confronti di Kale, gli equivoci, l’apparente innocenza di Turner) e bene o male la tensione viene gradualmente sprigionata fino allo scontro finale, sebbene sia spesso stemperata da vari tentativi di ironizzare e da una certa carenza di colpi di scena; se, inoltre, l’obiettivo fosse l’impotenza ad agire di Kale, perennemente vigilato dalla polizia grazie al sensore GPS, essa non viene percepita come ostacolo cruciale per la sua impresa, ma solo come una sorta di inconveniente. La noia è comunque scongiurata, poiché la regia e la recitazione fanno prontamente il loro dovere di fronte ai momenti clou.
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