Regia di D.J. Caruso vedi scheda film
Vediamo innanzitutto di sgomberare il campo da un paio di equivoci. Due sono le accuse che i (numerosi in rete) detrattori muovono a questo film: 1) "scopiazza la Finestra Sul Cortile". E allora? Ormai quel film di Hitchcock ha creato un sottogenere da cui in tanti hanno attinto nel corso degli anni, magari contaminandolo con altre idee ed altre storie. 2) "è solo un teen movie". Magari tutte le pellicole destinate ai ragazzini avessero questa dignità e comunque, a parte questo, non mi pare un film destinato in particolare alla "MTV generation", anzi mi sembra un prodotto popolare realizzato con accortezza e soprattutto buon gusto. E' un thriller (con qualche risvolto da commedia adolescenziale) ampiamente godibile, scritto benissimo e diretto in modo efficace, recitato da attori tutti in parte. Insomma: è un film che funziona.
Scontato che gran parte del merito è da attribuire a quel Shia Laboeuf che è il nuovo astro (ormai non piu' solo nascente) di Hollywood, davvero a suo agio in questo ruolo che pare gli abbiano scritto addosso. Lui è perfetto, nelle sue sfumature (dal malinconico all'imbarazzato, dal determinato al sentimentale) ha sempre l'espressione e i toni giusti. La vicenda gli contrappone l'ottimo veterano di Hollywood David Morse, perfetto "fisico del ruolo" per le parti da "ambiguo-malvagio". E come non segnalare la co-protagonista Sarah Roemer, di una bellezza incantevole? Ma tornando a LaBoueuf, il suo nome è stato piu' volte accostato dalla critica a quello di Tom Hanks: auguriamoci che lo imiti nelle felici scelte artistiche, ma credo che il problema non si porrà, dato che immagino già schiere di sceneggiatori hollywoodiani al lavoro per costruire copioni e storie su misura per lui. La prematura scomparsa del padre ha lasciato al nostro protagonista una inquietudine e una vena malinconica che si sono impossessate di lui, e che rendono il suo personaggio interessante e tutt'altro che monodimensionale. Siamo di fronte ad un film completo, dove tutti gli ingredienti sono dosati nelle quantità esatte. C'è l'incontro di due solitudini,
di due ragazzi che si incontrano al momento giusto: lui insoddisfatto e solo dopo la morte del padre, lei stanca delle incomprensioni dei genitori e che si rifugia sul terrazzo a leggere libri...Poi c'è il mistero e l'ignoto di quell'oscuro vicino che traffica nel buio...Ma poi c'è anche un simpatico nerd cinese che dà una mano al nostro protagonista. Insomma c'è tutto un universo "proiettato" su quel cortile. Un universo dapprima "spiato" passivamente, ma che poi, nel bene e nel male, entra DENTRO quella finestra. E a quel punto si scatena la fase "action" del thriller, con il precipitare drammatico degli eventi, fino al concitato (ma classico) finale. Complimenti anche al sig. D.J. Caruso, regista che non conoscevo ma che mi dà l'idea di uno sperimentato artigiano, da come sa far salire la tensione, elemento portante di ogni thriller che si rispetti.
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