Regia di Sergej M. Ejzenstejn vedi scheda film
il canto del cigno di uno dei Maestri della Settima Arte. Film potente, ambiguo, scespiriano, wagneriano, niceano, macchiavellico; una complessa allegoria sulla Russia stalinista, ma anche una riflessione problematica sul conflitto tra autarchia e pluralismo, politica ed etica. A livello stilistico, rispetto ai capolavori muti del Maestro, troviamo notevoli tracce di espressionismo (le inquadrature dal basso all'alto, l'ombra di Ivan proiettata sul muro...). E' anche un tragico ritratto della "solitudine di un tiranno", che alla fine, tradito e abbandonato da tutti, potra' contare sulla sua arma piu' preziosa: il popolo. Sublime
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