Regia di Vittorio Cottafavi vedi scheda film
Il figlio di un carabiniere morto durante la prima guerra mondiale si arruola per la seconda, anch’egli come carabiniere. Saprà comportarsi da eroe proprio come suo padre.
La fiamma che non si spegne è, per definizione, quella sul cappello dei carabinieri; questo film di Vittorio Cottafavi celebra l’eroismo dell’arma in tempo di guerra – il secondo conflitto mondiale – prendendo spunto da un racconto (Itala gens di Franco Navarra Viggiani) e, in maniera piuttosto chiara, dall’episodio realmente accaduto con protagonista Salvo d’Acquisto. La pellicola in sé è un discreto prodotto che si basa su una sceneggiatura solida con personaggi verosimili, firmata da Oreste Biancoli e Giuliano Conte (questi due anche autori del soggetto insieme a Navarra Viggiani), Iro (ovverosia Siro) Angeli, Fulvio Palmieri, Alberto Pozzetti e dal giovanissimo Giorgio Capitani, qui anche aiuto di Cottafavi e destinato a una lunga carriera registica colma di titoli popolari fra piccolo e grande schermo. Ma al di là della confezione sobria e degli interpreti rodati – fra gli altri: Gino Cervi, Leonardo Cortese, Maria Denis, Luigi Tosi, Carlo Campanini, Danielle Benson e Tino Buazzelli – il film sprofonda fin da subito in una retorica melensa francamente difficile a digerirsi, quasi in odore di cinema di regime. Per il 35enne Cottafavi è la terza regia, molte altre ne seguiranno e soprattutto per la televisione. 4/10.
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