Regia di Nimród Antal vedi scheda film
Il problema era un trailer molto programmato ovunque, dal quale si ricavava la noiosa impressione di una sola location circoscritta all'interno di una stanza di motel: e invece, alla faccia del trailer fuorviante e della stagione propensa a dispensare ciofeche, mi sono goduto un thriller-horror assolutamente gustoso ed appagante. La storia e' semplice e riassumibile in due righe: una coppia in crisi, e sul punto di separarsi, si trova una notte con l'auto in panne in un luogo isolatissimo in aperta campagna; raggiunto a piedi un piccolo motel i due decidono di trascorrervi la notte, ma si accorgeranno ben presto di essere finiti su un macabro set dove si girano degli "snuff movies". Ma bisogna dire che tutto questo "poco" di sceneggiatura e' realizzato con grande capacità di comunicare angoscia e paura. Il lungo prologo di circa venti minuti, nel suo accumulare tensione, ha in sè qualcosa di hitchcockiano, così come la successiva conoscenza col direttore del motel (avvolto com'è da un alone di grottesco e di surreale) non puo' non ricordare atmosfere lynchiane. Ma quei venti minuti che aprono il film ci permettono soprattutto di conoscere molto bene le psicologìe e i caratteri dei due coniugi protagonisti, e cio' e' molto importante perche'
il loro rapporto, irreversibilmente in crisi, aleggia poi per tutto il film.
E qui un plauso agli sceneggiatori per come hanno messo in scena questo rapporto coniugale sulla via del fallimento, con dialoghi azzeccati e con sapienti sfumature nelle caratterizzazioni dei due personaggi; ed è bello vedere come, via via, il loro rapporto, di fronte al precipitare drammatico degli eventi, sembra quasi riacquistare consistenza, forse perchè, messi alle strette dalla paura della morte, i due scoprono reciprocamente, l'uno nell'altra, aspetti nascosti che prima ignoravano. Ho citato Hitchcock e Lynch: ma ci sono anche altri aspetti che fanno di questo thriller indipendente un probabile cult per gli amanti del genere. Certe scene sono davvero emozionanti: per esempio quando un anziano poliziotto, con il volto devastato dalla paura, percepito il pericolo incombente, ne appare talmente destabilizzato da non saper nemmeno come reagire.
Oppure quando i due protagonisti cercano affannosamente l'improbabile aiuto di un camionista di passaggio. Per non parlare poi di quei criminali a cui le maschere minacciose conferiscono un aspetto ancor piu' disturbante. Ed anche il finale non e' male: almeno ci risparmia quei finali-fotocopia di tanti thriller, tipo il classico colpo di coda del cattivone che all'ultimo secondo resuscita, oppure la classica scena finale con le ambulanze e le auto delle polizia, con sirene e luci, che stazionano davanti alla crime-scene. Tranquilli: tutto cio' ci viene risparmiato. E questo finale sommesso, inaspettato e quasi "troncato", credo sia coerente con la scelta di privilegiare la vena intimista del film, di mettere comunque in primo piano il legame fra i due coniugi.
Che resta da dire? Che i tre attori protagonisti sono ottimi. Che ci sono dei gustosi titoli di testa. E che il brano strumentale che si sente sui titoli di coda e' bellissimo.
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