Regia di Giuseppe De Santis vedi scheda film
Storia di un reggimento italiano durante la campagna di Russia, dall’illusoria estate 1941 al tragico inverno 1942-43: i rapporti con gli alleati tedeschi sono difficili, mentre con i nemici sovietici si crea un’istintiva fratellanza. Coproduzione italo-russa con qualche presenza hollywoodiana francamente assurda (Peter Falk!), che sfrutta gli ampi spazi delle location originarie per spettacolari scene di battaglia. Film troppo lungo e discontinuo: ha un paio di momenti toccanti nella prima parte (i prigionieri che cantano l’Internazionale, la fucilazione dei sabotatori) ma poi si concentra soprattutto sull’assunto del titolo, affidandosi a una serie di trite macchiette regionali che dovrebbero suscitare simpatia. Suggestiva l’idea di far sentire le voci off dei soldati, che commentano (anche post mortem) i fatti accaduti. Nonostante sia stato prodotto nel 1964, l’estetica di riferimento è quella del neorealismo e ancor più quella del realismo socialista: insomma, dà l’impressione di essere un frutto fuori stagione. Peccato: poteva essere il nostro La grande illusione.
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