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La duchessa di Langeais

Regia di Jacques Rivette vedi scheda film

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La recensione su La duchessa di Langeais

di mm40
6 stelle

Ormai prossimo all'ottantina, Rivette si concede un lusso 'letterario', una divagazione cinematografica nel romanzo, con questa Duchessa di Langeais proveniente dall'omonimo testo di Balzac. La riduzione in sceneggiatura è opera, oltre che del regista, del solito team a quattro mani formato da Pascal Bonitzer e Christine Laurent; la sensazione principale che coglie lo spettatore è quella di una ferma volontà di ricreare calligraficamente gli ambienti e le atmosfere della prima metà del 1800. Pertanto i curatissimi costumi (Maira Ramedhan Lèvy) e scene (Emmanuel De Chauvigny) assumono un ruolo di primo piano, così come la fotografia nitida di William Lubtchansky (tranne la Lèvy, tutti abituali collaboratori di Rivette) aiuta a ricomporre la dimensione 'fantastica' della storia, che fondamentalmente altro non è se non l'ennesima novella sull'amore impossibile. Brava anche la coppia di interpreti, Jeanne Balibar (già utilizzata dal regista in Chi lo sa?) e Guillaume Depardieu, lo sfortunato (morirà non molti mesi dopo l'uscita di questo film, a soli 37 anni) figlio del grande Gerard; in parti laterali anche Bulle Ogier e Michel Piccoli. Come spesso accade nel cinema d'autore, però, la forma surclassa la sostanza e così questo La duchessa di Langeais finisce per essere un film più bello che interessante: le due ore e un quarto di durata possono ragionevolmente sembrare troppe. 6/10.

Sulla trama

Il generale de Montriveau torna sull'isola di Majorca dopo qualche anno, alla ricerca dell'amante ormai perduta, Antoinette, moglie del duca di Langeais. La ritrova nelle vesti di suor Teresa, ricoverata in un convento.

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