Regia di Jacques Rivette vedi scheda film
Esperimento molto riuscito di trasposizione letteraria, "La duchessa di Langeais" e' un film solo apparentemente statico, perche' giocato in prevalenza in interni: in realta' e' continuo e movimentato il flusso delle emozioni e delle parole, che veicolano profondissime sensazioni e sentimenti. L'amore puo' essere anche crudelta', dolore e disperazione, quando lo si prende troppo alla leggera o si pecca di egoismo: questo pare essere il saggio ammonimento balzachiano e la morale della vicenda. Voto 8 abbondante, grazie anche alle maiuscole interpretazioni dei due protagonisti, nonche' ai comprimari di lusso.
Quando una traduzione convenzionale inganna lo spettatore. "La duchessa di Langeais" in realta' si intitola "Non toccate la scure": l'ammonizione rende il senso della pellicola. Parigi, prima meta' dell'800. Il generale De Montriveau, introverso ed altolocato militare segnato dalla guerra, conosce la capricciosa duchessa di Langeais, la quale se ne invaghisce. Nel gioco d'amore e seduzione che la duchessa conduce col generale, pero', tira troppo la corda, al punto tale da ferire la sensibilita' del nobiluomo che, adirato, le si nega. Disperata, la duchessa sparisce...
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