Regia di Jacques Rivette vedi scheda film
Non meritava davvero l'uscita a fine stagione questa piccola "perla" d'autore. In primo luogo, perchè dimostra come il miglior cinema francese in circolazione esca ancora dalle mani dei grandi "vecchi" della 'Nouvelle Vague' (Resnais ci aveva stupito giusto qualche mese fa, Rohmer ci stupirà, probabilmente, a breve), ma soprattutto perchè è una superba, raffinatissima lezione di regia (che 'dolly' mozzafiato sul mare cristallino delle isole Tremiti!) di un quasi ottantenne in forma smagliante (dopo l'eccessiva cerebralità del precedente "Storia di Marie e Julien"). Con una lucidità e un gusto per il dettaglio impressionanti, Rivette rilegge il racconto lungo di Balzac e ne ricava un lungometraggio stilisticamente impeccabile. Un sublime, spietato gioco al massacro tra un generale dell'esercito napoleonico (un meraviglioso Guillame Depardieu che brucia di scurissima passione) e una nobildonna (Jeanne Balibar, superba maestra di seduzione). L'eterno rito del corteggiamento è spinto fino alle estreme conseguenze, ma la regia non perde mai il controllo dell'attimo, del gesto minimo, della sfumatura millimetrica tanto che persino un bottone, un nastro, un gessetto o un pennino intinto nell'inchiostro riescono a trattenere silenzio e a trasmettere angoscia. Magnifico.
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