Regia di Luigi Comencini vedi scheda film
Un uomo qualunque (Manfredi) viene reclutato agente segreto inglese, e gli viene subito commissionato un omicidio.....
È un film dove secondo me convivono due registri, dei quali uno produce gustosi effetti comici, e l'altro invece li fa scivolare nella banalità e nel clownesco. Devo dire, per fortuna, che il primo tipo di comicità prevale, e il film se la cava. Diversi momenti sono pacatamente divertenti, se così posso dire, soprattutto grazie alle espressioni e a certi toni di voce di Nino Manfredi, il cui sguardo malinconico contribuisce a dare molte situazioni un tono ironico e di sottile umorismo.
Ho apprezzato anche certe annotazioni apparentemente buttate là, in realtà intelligenti: ad esempio il fatto che si ritrovano personaggi che durante la guerra erano acerrimi nemici, e quasi si sono ammazzati l'un l'altro, però ora, in tempo di pace, si mettono a collaborare e diventano quasi amici. È indovinato anche il drappello di improbabili e scalcinati criminali non cattivi, che si coagula attorno alla mente criminale di Manfredi...
Meno riuscite e un po' banali, invece, ho trovato certe sequenze, come l'inseguimento a Londra o le scaramucce finali tra le varie parti in gioco. Peccato!
Quanto agli attori, oltre al bravo e già citato Manfredi, segnalo Gastone Moschin, moderato e preciso, in un ruolo che poteva anche essere interpretato da Vittorio de Sica. Il suo avvocato squattrinato ma vanitoso è piuttosto divertente. Comencini galleggia nella media.
A margine, si può anche ricordare che il ruolo dei servizi segreti inglesi nelle vicende italiane dalla guerra in poi è tutt'altro che inventato.
Tolto qualche momento banale o di cattivo gusto (le battute sui morti delle tombe sono da commedia nera un po' cinica...), è un film che si guarda volentieri fino alla fine, e fa rimpiangere tanti bravi attori e caratteristi.
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