Regia di Lodovico Gasparini vedi scheda film
Il Drive in, popolare trasmissione televisiva sponda Fininvest, finisce sul grande schermo. E così ci ritroviamo, con la pretestuosa ambientazione della paninoteca milanese, a dover sorbire le solite, stantìe ed ignobili gag di Sergio Vastano (il cui tormentone è la parlata calabrese: complimentoni!), Enzo Braschi (paninaro ormai quarantenne: alla faccia della credibilità), Carlo Pistarino (che non si sa bene perchè dovrebbe far ridere, ed insulta anche i malati di aids in una scenetta su cui è davvero meglio sorvolare), i Trettrè (la cui vetta artistica è il ritornello 'A me me pare 'na strunzata', anche loro incapaci di esprimersi nella lingua comunemente parlata nella nazione in cui vivono) e chi peggio ne ha, peggio ne metta. C'è anche Susanna Messaggio, una delle rare bellezze non provocanti del nostro piccolo schermo, e particine per Anna Galiena, Cecchetto ed Antonello Fassari. Un'ora e mezza di spettacolo indecoroso che ci mostra con impietosa precisione ciò che avverrà negli anni successivi in Italia, sia in tv che al cinema: non a caso in effetti la sceneggiatura è firmata dal regista (nome destinato a rimanere sconosciuto), dall'autore tv Lorenzo Beccati (che è poi quello che dà la voce al Gabibbo) e dai fratelli Vanzina, sempre colti sul fatto non appena un delitto (cinematografico) si compie. Inguardabile, inconsistente, disgustoso, perfetto specchio degli anni '80. 1/10.
La fauna che circola all'interno di ed attorno ad un fast food milanese in pieni anni '80: paninari, studenti ampiamente fuoricorso, cameriere aspiranti modelle, cuochi sfaccendati...
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta