Regia di Antonio Margheriti vedi scheda film
Rapinoso e shakespeariano, tutto ravvolto nelle torbide spire psicologiche dei protagonisti, è un gotico maturo e pregevole che cerca - e trova - nuove coordinate a un genere ormai asfittico, imbrigliato da troppi stereotipi. Ipnotizzante, cupo e naturalistico, relega consapevolmente l’elemento fantastico ad un ruolo accessorio, atmosferico, utile più che altro a conferire un malsano clima necrofilo al profilarsi delle passioni chiamate in causa. L’andamento sonnambolico del tortuoso racconto si apre in un finale inatteso e ghignante, che evoca l’irridente dissoluzione delle Danze della Morte.
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