Regia di Umberto Smaila vedi scheda film
Nella Milano da bere due radio si fanno concorrenza: Trip Radio e Radio Metropolis; la prima ingaggia il fenomenale dj Umberto per superare la seconda, che d’altronde si assicura le performance dell’altrettanto scalmanato dj Abele. Chi primeggerà? Lo deciderà una sfida appositamente ideata, con giudice unico Ivan Graziani.
“Ma cos’è? Ma che senso ha?”, sono queste le parole più ricorrenti durante la visione di questa pellicola, prima e ultima – inutile spiegare perché – diretta da Umberto Smaila. Se già l’umorismo dei Gatti di vicolo Miracoli risultava imbarazzante, quando non semplicemente incomprensibile, figuriamoci come possa presentarsi un film interamente scritto da Smaila con Giorgio Medail (il conduttore delle tv berlusconiane, esatto) e dallo stesso corpulento cabarettista interpretato insieme al compagno di avventure Franco Oppini, oltre che a una salva di caratteristi più o meno abili e in parte. Fra questi ultimi è doveroso ricordare Rosa Fumetto, Mauro Micheloni, Patrizia Pellegrino e Andrea Mingardi, che è qui all’esordio assoluto davanti alla macchina da presa: e purtroppo si vede bene; privi di qualsiasi direzione, gli interpreti (come il cantautore bolognese, non tutti provenienti dalla recitazione) sono allo sbando e il film subisce intoppi e strattoni di conseguenza. In ruoli minimali compaiono quindi la giovanissima Alba Parietti, segretaria di Radio Metropolis, Cesare Cadeo (tecnico radiofonico) e il ballerino in discoteca Jimmy il fenomeno; un cameo spetta infine a Ivan Graziani, in una scena che trasuda quantomeno ammirazione nei confronti del Tommy degli Who (Ken Russell, 1975). I toni ridanciani e blandamente demenziali, la storia banalotta e male organizzata (spesso non si capisce bene dove vada a parare la logica della trama – ammesso che una logica ci sia), la regia distratta del debuttante Smaila contribuiscono a far fallire miseramente un progetto sulla carta senz’altro divertente. La musica, per lo meno, abbonda: Graziani propone una citazione della sua hit del momento (Il chitarrista), mentre Mingardi canta una canzoncina goliardica sulle balene. Sottotitolo, l’emblematico grido di battaglia del dj Umberto: Liberate la scimmia. 2/10.
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