Regia di Danny Pang, Oxide Pang Chun vedi scheda film
La solita ostinata sfiancante trama con i soliti ostinati sfiancanti cliché: 1) famigliola americana che fugge dalla caotica corrotta città per trovare riparo e ristoro nella pura e tranquilla -sperduta- campagna, in una alquanto sinistra, fatiscente dimora, 2) adolescente carina e problematica -Kristen Stewart pre Twilight- che non comunica con i genitori, 3) fratello infante che comunica con le anime dei morti che abitano la casa, 4) presenze maligne (?) che tormentano i nuovi arrivati, 5) orribile segreto che viene alla luce. I gemelli thailandesi Pang, impostisi all'attenzione del pubblico mondiale con il riuscito The eye, raccattano un horror metafisico tipicamente orientale innestandolo in un contesto yankee. Risultato: debole, insulso, confuso, prevedibile, sommario, labile, salvato in minima parte dalla cura formale e da citazioni letterario-cinefile (su tutti l'Argernto di Phenomena e Opera e l'Hicthcock di Uccelli). Zero tensione, effetti speciali abusati, bravi la Stewart e John Corbett che qui coglie l'occasione di affrancarsi dai ruoli brillanti che lo hanno reso popolare prima in tv (Sex & The City) e poi al cinema (Il mio grosso grasso matrimonio greco, Quando meno te lo aspetti) e dimostrare di saper fare anche altro. I messaggeri del titolo sono i segni (corvi e spettri) di un presagio mortale, passato e futuro, a misura d'uomo. Nessuna soprannaturale minaccia in agguato. È l'aspetto più onesto ed apprezzabile di tutta la pellicola.
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