Regia di Ernst Lubitsch vedi scheda film
Il re d'Etiopia vuole sigillare un'alleanza con l'Egitto offrendo sua figlia in sposa al faraone Amenes. Amenes però adocchia un’altra donna: la schiava etiope Theonis, già innamorata del bel Ramphis. Il faraone faticherà parecchio a liberarsi del rivale.
Theonis, la donna dei faraoni è uno dei titoli più noti nella prima parte della carriera di Ernst Lubitsch; e lo è sia per meriti artistici, essendo effettivamente una buona pellicola, che per le circostanze, diciamo così, storiche: si tratta infatti dell’ultimo lavoro del regista tedesco in patria. A dicembre di quello stesso 1922 Lubitsch sbarcava oltreoceano, dove avrebbe continuato a lavorare per il resto della sua carriera. Questo film gli servì comunque da biglietto da visita: il dispendio di energie – di interpreti, di scenografie, di costumi – e di fantasia nella trama e nella messa in scena valgono una sottolineatura, soprattutto se si considera che la cifra stilistica del cineasta era orientata principalmente verso altri generi, pur non disdegnando il romanzo storico (particolarmente interessante è il finale: lieto, ma non del tutto atteso). Nel folto cast i ruoli centrali sono rivestiti da attori già ben noti a Lubitsch come Emil Jannings, Harry Liedtke, Paul Wegener, Paul Biensfeldt e da due attrici che non avevano mai recitato nei suoi film: la ceca Lyda Salmonova (moglie di Wegener) e Dagny Servaes, nella parte di Theonis. Buona la tenuta narrativa nonostante la durata superi i cento minuti e la pellicola manchi di qualche scena andata persa; sulla sceneggiatura le firme sono quelle di Norbert Falk e Hanns Kraly, altri due abituali collaboratori di Lubitsch. 6/10.
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