Regia di John Carpenter vedi scheda film
Sarà pure un mediometraggio ma nessuno se ne accorge, Cigarette Burns scorre via fluido come l’olio e ci riconsegna un grande regista di genere, Carpenter torna agli splendori di un tempo e lo fa sfruttando una dimensione espressiva che non gli appartiene (i ristretti tempi della serie tv) ma che dimostra di saper padroneggiare al meglio.
Se Il seme della follia(ultimo grande film del regista) si addentrava nei territori oscuri della parola scritta, Cigarette Burns scava ancora più a fondo, rivelando l’orrore che si nasconde nel potere delle immagini e nella magia del cinema.
Il collegamento tra le due opere è evidente ma questo non scalfisce la forza dell’episodio televisivo, una forza visiva dirompente, con scene che restano dentro come quella della decapitazione o il finale, ma anche una forza di contenuti e di messaggio, da sempre elemento cardine nel cinema di Carpenter.
“I film sono magia e nelle giuste mani…un’arma” questo recita la voce in sottofondo che apre l’incipit di Cigarette Burns, film come "La fin absolue du monde" di Hans Backovic, un opera misconosciuta che venne ritirata dal mercato dopo una tragica prima proiezione dove chi lo vide impazzì e si uccise.
Un film leggendario nel sottobosco dei collezionisti, tanto che l’inquietante Sig. Bellinger (bravissimo Udo Kier) è disposto a pagare qualsiasi cifra pur di averlo e soprattutto vederlo, così incarica il giovane Kirby (Norman Reedus) di trovarlo, cosa che puntualmente avviene segnando la vita e il destino di tutti i protagonisti.
Un Carpenter quindi ritrovato, a dimostrazione che quello che veramente manca all’horror di questi ultimi anni non sono i registi (perlomeno i grandi del passato) ma delle storie di spessore, capaci ancora di coinvolgere e d'incutere timore nello spettatore, scritta dagli sconosciuti McWeeny e Swan Cigarette Burns ci affascina dal primo all’ultimo minuto, con la sua potente carica anarchica e con la forza del vero orrore (vi immaginate uno snuff movie con protagonista un angelo?).
Forse solo la dimensione da film per la tv e i tempi ristretti penalizzano un pochino il lavoro di Carpenter, il soggetto era abbastanza solido e denso per mettere in piedi qualcosa di più sostanzioso, magari un film vero e proprio.
Voto: 8
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