Regia di John Carpenter vedi scheda film
Caro Carpenter, quando è troppo, è troppo. Non sono un fan dell'horror moderno, e ancor meno dello splatter, ma un po' di roba l'ho vista, e sono un appassionato di altre sue opere, come "Il seme della follia" e "1997". Tuttavia non credo di aver mai visto niente di così schifoso e repellente come certe scene di questo film per la TV (neppure in "Zombi" di Romero). Vedere una decapitazione che sembra vera, con tutti gli effetti accentuati (sangue che sprizza dalle arterie del collo...), e uno che si apre l'addome con un rasoio e infila le proprie budella nel proiettore come fossero pellicola (e poi lo mette in moto), beh, questo è troppo. La scena del suicidio, in confronto, è per bambini. Sarò un'anima candida, ma ho dovuto distogliere lo sguardo. Proprio peccato, comunque, perché il film di per sè è molto ben fatto, ci sono atmosfere, musiche efficaci, buona recitazione, attori che sanno il fatto loro. Guardandolo, stavo proprio pensando che Carpenter ha ritrovato la sua vena di un tempo, finché non ho visto la decapitazione... Però il discorso è tutt'altro che banale: cioè che la violenza che si vede al cinema, quando è eccessiva e compiaciuta (come in questo film), ti penetra dentro e di deturpa l'anima, iniettandoti macabri desideri emulativi. E questa è certo una delle cause della diffusione odierna della violenza, specie tra i giovani. Si poteva fare lo stesso film, ugualmente efficace e chiaro nel messaggio, evitando però gli eccessi. Tuttavia vi ho visto molti rimandi a film che amo: la suicida che riappare di "Solaris", le conseguenze della violenza vista di "Videodrome", la ricerca della copia rarissima di "La nona porta", la diffusione incontrollata della violenza a partire da libri/film come nello stesso "Seme della follia". Carpenter si distingueva proprio per costruire ottimi film che puntano molto sul discorso, le ambientazioni e le atmosfere, e poco sugli effetti speciali, specie se schifosi. Qui picchia duro senza pietà, sembra farlo con indifferenza o compiacimento, e mi chiedo che uomo sia diventato dentro. Domani sera mi guarderò "Don Camillo" o "Cappello a cilindro".
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