Regia di Agustín Díaz Yanes vedi scheda film
Il film di Díaz Yanez, tratto liberamente da racconti del notissimo (in Spagna) romanziere Erturo Pérez-Reverte, non è sttao accolto tanto favorevolmente dalla critica e nemmeno dal pubblico, anche se, ovviamente, ci sono notevoli eccezioni. A mio modesto avviso, è uno dei pochissimi film in costume apprezzabili. In effetti, troppo spesso ci si perde in storielle d'amore, acrobazie di spadaccini, intrighi di palazzo totalmente ridicoli eccetera. Alatriste è un film sulla Spagna del '600 e non ha nessun complesso nel raffigurare personaggi come Quevedo o il duque de Olivares. L'opera si avvale di un'ottima ambientazione (costumi, arredi, esterni e dialoghi assolutamente non banali. (il film va visto se è possibile in lingua originale e cioè lo spagnolo). Non mi interessa parlare qui della storia, non è questo che mi importa. Quel che vorrei segnalare è la sapiente combinazione di ambienti, musiche e dialoghi che conferiscono al film un suo intrinseco realismo storico, rintracciabile anche negli attori secondari e così indovinati. Viggo Mortensen forse non è il massimo come protagonista, ma la sua figura alta e secca come i guerrieri veterani del "tercio" spagnolo, ossia la fanteria, ce lo rende credibile.E ci fa calare, poco a poco, in quel mondo terribile, dove morte e vita giocavano una danza macabra continua, tra miseria, soprusi, freddo, e Santa Inquisición.E ci ricorda una composizione di don Francisco de Quevedo, che gli valse non pochi problemi, diretta a chi stava un gradino sotto i Re e cioè il Conde Duque de Olivares, molto ben interpretato da un attore che di solito non si cimenta in ruoli così seri. E' un film da gustare veramente con gli occhi e non solo.
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