Regia di Lucía Puenzo vedi scheda film
Questo film ha vinto il Gran Premio della Giuria della Semaine de la Critique all'ultimo Festival di Cannes. E il Prix de Jeunesse. E il Grand Rail d'Or. E il premio ACID/CCAS. Ecco. Questo film argentino ma ambientato in un posto sperduto sulle coste dell'Uruguay racconta di una quindicenne, Alex, che è venuta al mondo con entrambi i sessi. I genitori non sanno che fare e dire. In paese la guardano come un fenomeno da baraccone. Lei è indecisa sulla strada da prendere e sui suoi gusti: maschietti o femminucce? Intanto sodomizza l'amichetto sedicenne Alvaro, a cui la cosa piace, e, poverino, la rivuole ma nessuno lo capisce, padre chirurgo plastico compreso, che lo ripudia perché lo ritiene scemo e frocio. Questo film è pudico tanto da non far vedere l'oggetto dello scandalo, anzi, lo adombra o glissa molto delicatamente. Questo film usa dei simbolismi molto sottili (vedi la madre di Alex che affetta una carota e si taglia). Questo film mette in scena la storia con intelligenza e alla larga dai cliché: c'è anche la scena della tentata violenza di gruppo, e la pisciata in piedi in compagnia. Questo film è fatto senza alcuna ipocrisia. Questo film fa sembrare Sleepaway Camp un testo sommo di non ritorno. Questo film è repellente.
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