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XXY

Regia di Lucía Puenzo vedi scheda film

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La recensione su XXY

di bradipo68
8 stelle

Nonostante il titolo del film evochi la sindrome di Klinefelter,un alterazione cromosomica molto rara,non credo che sia il corredo genetico di Alex ,la protagonista o il suo aspetto fenotipico il punto principale del film.Anzi questi particolari che potenzialmente potrebbero attrarre anche incosciamente il lato voyeuristico di chi guarda il film sono lasciati volutamente in secondo piano,nascosti,tralasciati dalla regista come in un impeto di pudore,forse per evitare strumentalizzazioni da parte di ipotetici detrattori.Il film è la storia dell'adolescente Alex e della decisione che deve prendere assieme ai suoi genitori:se diventare uomo o donna nel proseguio della sua vita.I genitori proprio per preservarla dale voci maligne e dalle maldicenze(ha preso corticosteroidi per femminilizzarsi ma da un pò ha smesso di assumerli) sono andati a vivere in riva all'Oceano in un posto sperduto dell'Uruguay.Ma è solo per  rimandare l'epoca della scelta.Per essere aiutato nella decisione il padre di Alex chiama un suo amico chirurgo plastico che potrebbe dargli il parere che cerca.Costui arriva con la famiglia e il figlio adolescente Alvaro.E il film prosegue proprio con i due ragazzi,Alex e Alvaro,con la rispettiva conoscenza che fanno di loro stessi,del proprio corpo e del corpo altrui.Con la scoperta,naturale,della propria sessualità.Il problema è che sembra che Alex abbia le idee molto più chiare di Alvaro.XXY è un film che ha un ritmo placido,come quello delle onde dell'oceano che arrivano a riva.E'scandito dalla lentezza della routine quotidiana,dai luoghi solitari e maestosi,dalla sorpresa della passione di un attimo.Un attimo che rimbomberà per giorni e giorni nelle orecchie e negli animi dei due giovani,scossi tra pentimento e desiderio di riassaporare quei pochi istanti di passione.La loro conoscenza dura poco ma ha lo stesso sapore di un lungo viaggio iniziatico.Il padre di Alvaro si consola perchè visto che si è innamorato di Alex non ha il figlio "finocchio"(parole sue),mentre il padre di Alex è allibito quando scopre insieme Alex e Alvaro a fare l'amore perchè scorge qualcosa che sconvolge la sua idea di fare l'amore.Il film della Puenzo si dimostra un calibrato viaggio all'interno di due adolescenze problematiche senza alcuna pretesa di potificare o insegnare qualcosa a qualcuno.Riesce tuttavia a far percepire quanto è "pesante" la scelta di Alex e quanto è delicata la crescita di Alvaro.Sono loro il centro del film anche a costo di rendere sfocati i personaggi di contorno(ad esempio l'amico di Alex a cui lei un bel dì rompe il setto nasale).Direi che fatte salve alcune simbologie piuttosto ingenue il film della Puenzo è un bel ritratto di una crescita e di una scoperta della propria sessualità.Anche se ambigua.

Su

regia non particolarmente virtuosa ma da valutare positivamente

Su Inés Efron

è bravissima nella parte di Alex

Su Valeria Bertuccelli

non male

Su Ricardo Darín

bravo

Su Martín Piroyansky

ottimo nella parte di Alvaro

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