Regia di Damiano Damiani vedi scheda film
Le produzioni Cecchi Gori del momento erano tutte caratterizzate da una fretta produttiva, che poteva andare bene per alcuni registi, ma per altri no, ed in più certi temi affrontati sull’onda lunga del successo di genere politico, aveva aperto il campo a sbrigative operazione, rovinando in parte le idee che c’erano dentro, e come in questo caso tutto ad un’ approssimazione, che disturba in diversi momenti. Forse all’epoca poteva reggere, proprio perché si rifaceva ad un genere, e quindi più sopportata, ma oggi decisamente evidente, e come in questo caso un soggetto più che interessante viene mutilato e soltanto abbozzati i fattori principale, che avrebbero colpito nella maniera migliore l’attenzione del pubblico. Damiani ha partecipato alla stesura della sceneggiatura e proveniva già da un successo come Confessione di un Commissario di Polizia, che a suo volta seguiva la scia di Indagine su un Cittadino di Elio Petri, che aveva aperto la strada maestra. Certamente, certe mutilazioni drammatiche sono state fatte già in fase di scrittura, essendo consapevoli che la produzione giocava solo su un tipo di cinema di sfruttamento, e, ripeto, un vero spreco di un argomento di denuncia, che in Italia abbiamo affrontato non bene. Escluso forse l’esempio di Loy con Sordi in Detenuto in Attesa di Giudizio, o ancora prima A Cavallo della Tigre di Comencini. Il cast scelto era ottimo, ed in linea con le leggi del mercato del momento, Nero veniva da qualche successo di genere, e qui avrebbe potuto tentare una carta forte, ma le limitazioni delle leggi divistiche e produttive non hanno permesso i necessari approfondimenti, che potevano compromettere la sua maschilità esibita in altri film.
una storia perfetta, ma in parte rovinata dalla realizzazione e scenggiatura
aveva tutte possibilità di fare meglio
E' giusto, anche se doppiato, manon affonda il dente come deve
Grande attore in ruolo troppo diluito
partecipazione di poca cosa
troppo isterico, e doppiato al limite del ridicolo
il direttore del carcere, sempre nei termini del personaggio
Anche per lui il grande è di obbligo
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