Regia di Damiano Damiani vedi scheda film
Combattere il marcio diffuso diventando ancora più marcio, oppure semplicemente adattarsi chinando in silenzio il capo. Questa è la morale e grosso modo pure una sorta di trama che corrisponde al 90% dei polizieschi/thriller di quegli anni. Damiani e Franco Nero non si discutono, ma sinceramente questo L'istruttoria è chiusa: dimentichi non va molto oltre a quanto detto sopra; una serie interminabile di soprusi, violenze, comportamenti che infrangono apertamente la legge da parte di chi dovrebbe tutelarla (oppure di chi ne è stato già punito), un protagonista innocente che si ritrova a dover combattere per sopravvivere ed una morale pessimistica che sconforta un bel po' il pubblico. E' una specie di Detenuto in attesa di giudizio (Nanni Loy, 1971) in cui le atmosfere di commedia grottesca sono virate piuttosto alla tensione ed al dramma; il risultato finale è comunque molto simile, con Sordi (là) e Nero (qui) psicologicamente provati dall'esperienza vissuta loro malgrado. 5,5/10.
Un architetto finisce in carcere in seguito ad un incidente stradale; convinto di essere innocente, si ritrova non solo a non essere ascoltato, ma pure messo a tacere da prevaricazioni, intimidazioni, minacce. In galera vige una vera e propria mafia e anche lui dovrà darsi da fare per uscirne vivo.
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